Disturbi alimentari, un fenomeno che sta diventando preoccupante, soprattutto fra i giovani
Gaia Nonni* - I disturbi del comportamento alimentare (Dca) sono patologie che si manifestano attraverso condotte alimentari disfunzionali e preoccupazioni eccessive per il peso e la forma corporea, che compromettono pesantemente la qualità della vita di chi ne è affetto, poiché sono fortemente invalidanti e potenzialmente mortali, e hanno un impatto diretto sia sulle persone affette che sui loro familiari.
Assume le forme dell’ anoressia nervosa, della bulimia, del binge eating, ma ci sono tanti altri disturbi; hanno tutti un denominatore comune, cioè il controllo ossessivo del corpo, del peso, delle calorie.
In Italia, secondo i dati del Ministero della Salute relativi al 2021, sono oltre 3 milioni le persone che soffrono di Dca. Sono patologie estremamente serie, tant’è vero che il loro tasso di mortalità nella fascia d’età 12-25 anni è secondo solo a quello degli incidenti stradali.
La causa di questi disturbi è generalmente multifattoriale, per questo ogni intervento prevede la presa in carico da parte di più figure professionali (psichiatri, psicologi, nutrizionisti, endocrinologi, cardiologi, gastroenterologi e tanti altri) e va individuato il piano di trattamento che meglio risponde alle esigenze di ogni paziente e di ogni famiglia coinvolta. È quindi fondamentale poter garantire una rete multidisciplinare integrata di servizi, che possa offrire tutti i livelli di cura, da quello ambulatoriale a quello residenziale.
Nel 2021 l’incidenza di queste patologie in Emilia-Romagna è aumentata del 27.5%, crescita che riguarda soprattutto i giovanissimi, esposti costantemente a modelli impossibili da raggiungere, a immagini artificialmente perfette che alimentano l’angoscia di non essere conformi a ciò che viene presentato sui social, lasciando campo libero alle emozioni negative che, se mal gestite, possono sfociare in un disturbo alimentare.
Per far fronte a tutto questo, sono stati stanziati dei fondi che mirano a garantire una rete di assistenza e cura multidisciplinare; nel 2024 si è presentato il rischio che parte di questi fondi venissero tagliati dal governo, portando a conseguenze disastrose per i malati di Dca e le loro famiglie. Dopo che 40 associazioni dei familiari dei pazienti avevano espresso preoccupazione per il mancato rinnovo del finanziamento, però, i tagli sono stati emendati, e pare che per chi soffre di questi disturbi possano aumentare le prestazioni gratuite.
Per quanto tutti questi interventi siano fondamentali e necessari, nulla aiuta più della consapevolezza che consente di riconoscere comportamenti alimentari anomali, che possono essere precursori di un disturbo: l’ estremo bisogno di controllo che si nasconde dietro il cibo è in genere un campanello d’allarme, così come una tale preoccupazione per l’esercizio fisico da avere un impatto sulla qualità della vita; misure compensative per «rimediare» al cibo assunto (cioè esercizio fisico eccessivo, restrizione alimentare, digiuno, rigetto e uso di lassativi o diuretici), ma anche l’uso di integratori per la perdita di peso. È anche fondamentale comprendere che i disturbi alimentari si presentano in tutte le forme e dimensioni, non fanno distinzione tra età, sesso, razza, classe, orientamento sessuale e gruppi etnici, e non è possibile capire se qualcuno lotta con un Dca basandosi solo sull’apparenza. Nessuno si salva da solo. Se si riscontrano sintomi simili in sé o in una persona cara, la cosa più importante e coraggiosa che si possa fare è chiedere aiuto.
*Nutrizionista