È ancora gravissima la situazione che stanno vivendo le aree interessate dall'alluvione, a 4 mesi dal disastro che ha colpito ampie aree della Romagna. Legacoop e le cooperative agricole braccianti — insieme a numerose altre organizzazioni — manifestano sabato 16 settembre a Ravenna, a partire dalle 11 in via degli Zingari, per tenere alta l’attenzione sui problemi dei cittadini, delle famiglie e delle imprese delle zone colpite. Il documento che verrà presentato parte da una considerazione: dopo 4 mesi, non sono stati ancora forniti aiuti dallo Stato, nonostante le promesse iniziali della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La struttura commissariale incaricata di gestire la situazione è sottodimensionata, con solo 60 persone a fronte di oltre 1000 impiegate per il terremoto in Emilia. Ma anche i fondi stanziati sono insufficienti rispetto ai danni stimati.
«Sabato mattina — dicono il presidente di Legacoop Romagna,
Paolo Lucchi e il presidente di Legacoop nazionale
Simone Gamberini — insieme a tutti quanti vorranno partecipare, terremo alta la voce della Romagna. Questo territorio chiede di essere riconosciuto come parte fondamentale dell'economia nazionale e ha diritto a un sostegno adeguato, dopo essersi sempre speso in prima persona in passato di fronte a situazioni simili accadute altrove. Le cooperative hanno sacrificato centinaia di ettari di terreni per evitare che Ravenna fosse travolta dalle acque. Non ci bastano impegni di massima sui giornali: vogliamo un impegno concreto da parte del Governo nel fornire risorse adeguate entro il 2023».
La manifestazione si terrà sabato 16 settembre alle 11 in via degli Zingari a Ravenna, in un luogo simbolico, il campo che venne allagato per primo dopo che fu autorizzato il taglio degli argini sui terreni delle cooperative braccianti della provincia di Ravenna (il punto di ritrovo può essere visualizzato qui:
https://bit.ly/cab-manifestazione). Il programma prevede gli interventi di Fabrizio Galavotti di CAB Terra, Gabriele Tonini di CAB Massari e Rudy Maiani di Agrisfera, i quali spiegheranno i motivi che li spinsero a intervenire e la situazione in cui versano le loro aziende. Prenderanno la parola anche il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi, il presidente della Provincia e Sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, e il presidente di Legacoop nazionale, Simone Gamberini.
Saranno presenti anche la Legacoop Emilia-Romagna, con il presidente Daniele Montroni, e le Leghe delle cooperative di Bologna, Imola ed Estense (Modena e Ferrara), rappresentate dai presidenti Rita Ghedini, Raffaele Mazzanti e Paolo Barbieri. Confermato l’arrivo delle delegazioni delle organizzazioni bracciantili di quei territori, tra cui Agricoop, Il Raccolto e coop Giulio Bellini, alcune delle quali pesantemente colpite dal disastro di maggio.
Sostengono la protesta CGIL Ravenna e FLAI-CGIL di Ravenna, che saranno sul posto con loro delegazioni capitanate dalla Segretaria generale della Camera del lavoro, Marinella Melandri. Hanno aderito Confcommercio Ravenna — che sarà rappresentata dal coordinatore provinciale Antonio Ravaglioli —, UIL Ravenna e il Comitato degli alluvionati di Fornace Zarattini, ma continuano ad arrivare richieste anche da altre organizzazioni.
IL PUNTO SULLE CAB
Stefano Patrizi (responsabile settore agroalimentare Legacoop), oltre cento giorni dopo le alluvioni di maggio, quanti sono gli ettari delle Cab romagnole ancora inutilizzabili? Quali invece le colture più colpite?
«In questo momento le Cab stanno ripristinando a loro spese la maggior parte dei 6.150 ettari di terreno alluvionato, ma non potranno essere rimessi in produzione prima dell’anno prossimo. Non si è ancora in grado di dire con certezza quando, in particolare con i campi ricoperti di limo solidificato, i terreni saranno in grado di tornare alla produttività pre-alluvione, essendo questa un’esperienza totalmente inedita. Nessuna coltura è stata risparmiata dall’alluvione, la differenza dell’impatto è stata data soprattutto dell’intensità e dalle caratteristiche dell’alluvione su ogni terreno».
Complessivamente le Cab della provincia d Ravenna danno da lavorare a quasi un migliaio di soci. Quanti posti sono a rischio con la situazione attuale?
«Le cooperative rischiano di non riuscire più a offrire ai propri soci avventizi lo stesso livello di giornate di lavoro in campagna, con la stessa intensità degli anni precedenti. A seguito dell’alluvione, dal mese di maggio ad oggi, sono state presentate domande per l’Ammortizzatore unico per circa 60 lavoratori, nonostante il sistema informatico pubblico continui a presentare blocchi e ritardi nelle erogazioni francamente inaccettabili».
Quali sono le tre priorità per far ripartire queste realtà? Ci sono stati pentimenti sulla scelta di far inondare i campi per salvare i centri urbani di Ravenna e altri Comuni?
«La prima priorità è affrontare l’emergenza finanziaria conseguente l’alluvione: avere subito i fondi per la ricostruzione a partire da quelli per i terreni, il vero grande patrimonio agricolo colpito dall’alluvione. La seconda riguarda lo Stato che deve cambiare i propri programmi mettendo al primo posto e finanziando un grande piano di riassetto idrogeologico e difesa del territorio: il clima è cambiato in modo devastante nel mondo e rimanere ancora inerti non è un’opzione che possiamo permetterci».
Infine, in quanto tempo la situazione potrà tornare al «pre alluvione»?
«Non si potrà tornare a una situazione precedente, il territorio ha subito una ferita enorme. I lavori pubblici in corso sono necessari ripristini delle rotture, i ristori alle aziende però sono assolutamente insufficienti, non ancora giunti, mentre molte aziende sono già in crisi: rimarremo tutti più esposti al rischio climatico, a meno di grandi investimenti pubblici di difesa, e questo avrà un impatto enorme sulle aziende e sulla filiera agroalimentare».
(m.p.)