Parte il progetto per l’estrazione di metano sul giacimento Longanesi tra Lugo e Bagnacavallode i pezzi

Bassa Romagna | 02 Marzo 2017 Cronaca
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E’ stata un’assemblea accesa quella dedicata al progetto estrazione di metano targato Gas Plus che prevede la messa in funzione di tre pozzi nelle campagne tra Bagnacavallo e Lugo, oltre all’ampliamento della centrale San Potito, ben visibile da chi percorre la strada provinciale San Vitale. E la discussione del progetto, presentato dalle amministrazioni locali e regionali nella serata di venerdì 24 in municipio a Bagnacavallo, ha avuto una ripercussione immediata in seno alla giunta comunale lughese: l’assessore Valeria Ricci di Sinistra Italiana, entrata nella squadra del primo cittadino Davide Ranalli nell’ottobre del 2015, nella mattinata di lunedì 27 ha rassegnato le sue dimissioni dalla giunta comunale.
IL PROGETTO
Il progetto prevede l’utilizzo e il potenziamento dei pozzi Longanesi 1 (anno 2004) e Abbadesse 1 (anno 2005), oltre alla perforazione di un nuovo pozzo nel territorio comunale di Lugo. Il metano si trova a una profondità compresa tra i 2.400 e i 2.800 metri. E’ stimato un giacimento di 1.300 milioni di metri cubi di gas da prelevare in un arco temporale di 10 anni.
Dopo l’ultimo passaggio dai consigli comunali di Bagnacavallo (avvenuto lunedì 27) e quello di Lugo, l’azienda potrà mettersi all’opera. Il cantiere dovrebbe chiudersi entro 13 mesi. Gli impianti che andranno a sovrastare i pozzi saranno alti 19 metri, mentre la fiamma sulla centrale San Potito, che verrà ampliata, toccherà quota 32 metri.
«Il percorso di autorizzazione ha tenuto conto delle fragilità del nostro territorio, di cui siamo ben consapevoli, per garantire che le attività estrattive non provochino alcun danno - ha esordito Eleonora Proni in apertura dell’assemblea -. Questo grazie anche al ruolo di maggiore presenza che come comuni abbiamo voluto esercitare, pur non essendo in capo a noi il procedimento (la Valutazione di impatto ambientale è in capo al Ministero dello sviluppo economico e i comuni, oramai, hanno un ruolo marginale. nda)».
LA SUBSIDENZA
Nell’area in questione viene stimata una subsidenza «naturale» (abbassamento del suolo) compresa tra i 2,5 e i 5 millimetri all’anno. Alla subsidenza naturale, che molti tecnici dicono in diminuzione,  andrà sommata quella «indotta» dal prelievo di gas, stimata in un massimo di 50 millimetri (5 centimetri) in un lasso di tempo di trent’anni.
«Il Consorzio di bonifica - commenta il direttore tecnico Elvio Cangini – ha posto alcune problematiche nel corso della Conferenza di servizi, ma non abbiamo scartato il progetto a priori. Pochi centimetri di subsidenza, seppur in un territorio caratterizzato da una scarsa pendenza (il riferimento è ai canali di scolo che corrono verso il mare, nda) non sono determinanti. Tuttavia, questi calcoli devono essere confermati e, nel caso le previsioni non rispecchino la realtà, faremo valere il nostro veto al progetto. La situazione idraulica del nostro territorio è già critica e ci sono interventi che servono da subito».
LE CRITICHE
La serata era affollata da molti cittadini, in particolare da quelli più preoccupati dal progetto, che hanno preso la parola. «Questa assemblea - rileva l’ambientalista Cinzia Pasi, intervenuta alla serata - si tiene in una serata particolare: proprio oggi viene celebrata la giornata «M’illumino di meno» che promuove le buone pratiche e l’utilizzo delle energie rinnovabili». E punta il dito contro le emissioni in atmosfera, che andranno sommate a quelle della centrale a biomasse di Russi, che non entrerà in funzione prima del 2018. L’onorevole Giovanni Paglia (Sinistra Italiana) ha bocciato il progetto e Luigi Iorio (coordinatore ad interim di Si Bassa Romagna) ha anticipato l’uscita di scena del partito nato dalle ceneri di Sel dalla giunta comunale lughese: l’assessore Valentina Ricci ha rassegnato le sue dimissioni lunedì 27 in Rocca. «Il progetto risponde pienamente al nuovo contesto normativo in ambito energetico-ambientale recentemente introdotto dalla Regione - ha sottolineato l’assessore regionale Paola Gazzolo - con particolare attenzione alle verifiche e ai monitoraggi sulle attività».
LA CONTROPARTITA
Non è possibile determinare in anticipo il valore delle royalties che arriveranno agli enti pubblici, dalla Regione ai Comuni interessati, del nostro territorio. E se pare difficile fare un preciso piano degli investimenti, i Comuni, assieme alla Regione e al Consorzio di bonifica, hanno messo in fila le priorità.   
«Il progetto a cui siamo arrivati tiene conto delle oggettive criticità del nostro territorio, prima tra tutte la subsidenza - ha commentato il sindaco di Lugo Davide Ranalli -. È su queste criticità che noi amministratori ci siamo interrogati, per trovare soluzioni condivise che potessero garantirci risorse per interventi di messa in sicurezza diversamente non attuabili e indispensabili già oggi per il nostro sistema territoriale. Ci sarà un passaggio partecipato nel momento in cui saranno realizzate le opere sul sistema scolante, per farne comprendere la loro importanza».
Nello specifico, sono già a buon punto i progetti per la cassa di espansione della Canaletta di Budrio (Lugo), la laminazione dello scolo consorziale Redino e dell’area di via Bandiera (Bagnacavallo) e la vasca di laminazione del Bosco di Fusignano.
Inoltre sono stati definiti col Consorzio di bonifica della Romagna occidentale i principali interventi per la messa in sicurezza del territorio, che la Regione si è impegnata ad inserire con «alta priorità» nel proprio programma: la cassa di espansione del Fosso vecchio a Villaprati (Bagnacavallo), il completamento della Cassa di espansione Brignani (Lugo), la cassa di espansione del Secchezzo (Fusignano) oltre a interventi di pulizia delle botti del destra Reno e By-pass della botte del Canale dei mulini ad Alfonsine.
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