Il nuovo disco di Laura Pausini coinvolge alcuni fan di Solarolo
«Simili è quello che siamo. Uguali e differenti, uniti dagli stessi sogni, dalle stesse paure, le stesse emozioni. Ognuno ha la sua storia da raccontare, questo disco ne racconta tante. Siamo Simili come le impronte digitali, uguali e diverse». Pare che Laura Pausini abbia concepito il titolo del suono nuovo album al consolato americano, mentre le prendevano le impronte digitali, un sistema uguale per tutti ma che produce un risultato – l’impronta – che è diverso per ogni persona al mondo.
Annunciato il 14 maggio, anticipato il 25 settembre dal singolo Lato destro del cuore (immancabile tormentone immediato), poi pubblicato il 6 novembre nella versione italiana e il 13 in quella spagnola, il nuovo album «Simili» si presenta, fin dalla copertina e dal primo video (girato peraltro all’ex Eridania di Forlì) come una un ritorno alla origini per la cantante romagnola. Dismesso velocemente il look monocromo e un po’ sofisticato che accompagnava il precedente album «Inedito» strizzando l’occhio allo stile di Bianca Jagger, Laura Pausini è ritornata alla semplicità di un tempo e dietro a «Simili» c’è effettivamente un «concept» che sembra reggersi proprio sull’umiltà e quella genuinità che, insieme alle indubbie doti vocali e al grande lavoro produttivo, ha portato la cantante di Solarolo a diventare una star internazionale con schiere di fan devoti e organizzatissimi attraverso il lavoro del fanclub Laura 4U, che ha appena festeggiato vent’anni rinnovando la formula dell’abbonamento annuale con i benefit riservati agli iscritti.
Tanto per cominciare, il nuovo disco dimostra una certa umiltè perché è il primo che la Pausini affronta da «interprete pura». In genere la cantante scrive (in collaborazione) i testi delle sue canzoni, mentre questa volta ha lasciato fare quasi tutto altri autori. Di primo piano, peraltro, dato che per le hanno scritto anche Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, Jovanotti (che ha spinto Laura a misurarsi con il rap) e soprattutto Biagio Antonacci, che forma anche il singolo Lato destro del cuore.
Ma c’è di più. Infatti la Pausini continua a passare in Romagna buona parte del suo tempo - il non aver mai abbandonato la sua terra fa parte del mito che la circonda -, si è spostata da Solarolo a Castel Bolognese, dove il padre Fabrizio ha allestito lo studio Oliveta nel quale sono stati registrati buona parte dei brani di «Simili», ha fatto un concerto per i fan al pala Cattani, provando al teatro Masini e solo qualche anno fa ha girato alcuni videoclip a Faenza, anche all’istituto Ballardini (che Laura ricorda sovente nelle interviste, e non mancano mai i riferimenti al preside Giovannini); viene inoltre regolarmente avvistata in locali, gelaterie e quant’altro.
La notizia nella notizia è che il nuovo album contiene una canzone, Per la musica, da lei scritta con Niccolò Agliardi e Paolo Carta, ed eseguita insieme all’«Official Fan Club members singers and players». Tramile il fan club Laura ha cercato un musicista diverso in ogni paese e dei coristi, consegnando a ciascuno solo la parte da eseguire, con tanto di video oltre all’audio. In pratica sul disco suonano fan da Cile, Inghilterra, Brasile, Spagna, Francia, Colombia, Ecuador, Servia, Germania, Canada, Olanda, Russia, Stati Uniti, Giappone e alcuni Paesi africani. Ma ci sono anche sette italiani, due organisti e cinque cantanti tutti provenienti dall’area faentina e da Solarolo: Cristina Musconi, Erika Ricciardelli, Elisa Padovani, Marco Martelli e Marco Mastrapasqua, coinvolti anche nel video inserito nel dvd dell’edizione deluxe del disco.
A febbraio 2016 la Pausini tornerà a Sanremo, come super-ospite, poi la title-track del disco diverrà colonna sonora della serie Braccialetti Rossi, in aprile condurrà con Paola Cortellesi uno show su Rai 1 e a giugno canterà negli stadi di Milano (il 4), Roma (l’11 giugno) e Bari (il 18), per poi suonare in Spagna, Francia, Regno Unito, Belgio, Germania e Svizzera. Ma le radici sono sempre a Solarolo. (f.sav.)