Villaggio Globale, un centro eco-solidale in via Venezia e Sartoria più grande

Ravenna | 14 Novembre 2015 Cronaca
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È tempo di ristrutturazioni nel mondo dell’equo-solidale di Ravenna. Il Villaggio globale, la cooperativa che ha portato di fatto il commercio solidale a Ravenna chiude la storica bottega di via Venezia, trasformandola in sartoria creativa e in un nuovo centro per l’economia solidale e prende in gestione il bar del teatro Rasi. «Più che una chiusura è un rilancio – spiega il presidente del villaggio Andrea Caccia – Chiudiamo il negozio di via Venezia perché abbiamo trovato nuovi obbiettivi. Abbiamo deciso di puntare forte sul nuovo negozio di via Corrado Ricci perché funziona, sia con ravennati che turisti: è una zona ad alta frequentazione e molto visibile, dove ci sono tanti eventi pubblici e richiedono di star aperti di più. Mentre via Venezia resta aperta come centro di economia solidale». Una sorta di pensatoio che non avrà gli orari del negozio ma sarà una base operativa a Ravenna per chi fa economia solidale con aperitivi, distributore di detersivi alla spina, incontri, vendita all’ingrosso di prodotti a chilometro zero per i gruppi di acquisto solidale del territorio e la Sartoria creativa che avrà più spazio. «Ci stiamo prendendo un tempo per ripensarlo questo luogo: entro novembre faremo una serata aperta a tutti coloro che vorranno partecipare per ripensare e riutilizzare questo spazio». Intanto, come si diceva, si espande il progetto della prima Sartoria Creativa ed emotiva di Ravenna, che da quando è nata, nel 2008, ha coinvolto 500 sartine, esperte o, molto più spesso, alle prime armi che riutilizzano vecchie stoffe, del cuore, per progettare e realizzare abiti che ora si vendono anche nei negozi del centro di Ravenna. «E’ un progetto nato per caso nel 2008 quando l’Università per Adulti di Ravenna, la Bosi Maramotti ci chiede si organizzare corsi creativi per gli adulti – spiega la mamma della Sartoria Creativa di Ravenna Stefania Pelloni -. L’approccio è completamente diverso dalla sartoria classica perché non si cuce secondo uno schema ma secondo il cuore. Negli anni tante associazioni ci hanno dato una mano: Linea Rosa ci ha regalato macchine da cucire industriali, tante nonne che affidano scampoli, lane e siamo arrivati fino ad oggi». La Sartoria aperta due giorni a settimana ma «nell’ultimo periodo ha incontrato l’interesse di diversi negozi di Ravenna che ci acquistano prodotti per la vendita. Siam passati dal costruire l’astuccio creativo a una professionalità che permette la vendita attraverso il circuito regolare». E ovviamente serve più spazio. Di qui la decisione di occupare via Venezia. «Negli anni abbiamo coinvolto 500 persone, non solo donne: tra i volontari, abbiam 2 rifugiati del progetto Spraar che nel loro periodo facevano quel lavoro e in un corso abbiam avuto 5 ragazzi e 4 ragazze». Nel futuro del Villaggio Globale c’è poi la presa in gestione del bar del teatro Rasi: «Per noi è un’opportunità di incontrare migliaia di persone perché in media al Rasi si fanno 150 rappresentazioni teatrali a stagione. Faremo assaggiare ai tanti spettatori di Ravenna Teatro il commercio equo e di questo siamo grati alla compagnia delle Albe col quale condividiamo l’attenzione a vari temi: immigrazione, vicinato coesione sociale con un livello riconosciuto in tutt’Italia». (Daniela Verlicchi)
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