Giuliano Bettoli per l’ultima volta sarà «Frazcõ»

Faenza | 13 Novembre 2015 Cultura
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Federico Savini
«E’ solo l’ultima volta che faccio Frazcõ, resto sempre il presidente della Filodrammatica Berton e sarò sul palco per i Lõn ad Mêrz, per Scor cum u t’á insignê tu mê in aprile e pure a gennaio, nei Territori di caccia di Luigi Antonio Mazzoni dove sarò uno dei quattro “muti” che stanno in scena. Quel ruolo lì è già mio!». Insomma, Giuliano Bettoli sarà protagonista di Frazcõ l 'à vèt ' e' lot per tutto il fine settimana, a cinquant’anni dalla scrittura di un testo storico per il teatro dialettale romagnolo e dopo circa 110 repliche. Le celebrazioni dello spettacolo «cult» della Filodrammatica Berton, in scena al teatro dei Filodrammatici di Faenza venerdì 13 e sabato 14 alle 21, e domenica 15 alle 15.30, coincidono con l’ultima prova attoriale da protagonista per Giuliano Bettoli, che però non alcuna intenzione di abbandonare le scene (come si è bisbigliato nelle scorse settimane). Il «nostro» Visconte del Buco della Sandrona non è proprio uno che ami star fermo, tra riviste, libri, progetti sulla cultura romagnola, riscoperta di antiche cante, editoriali dallo stile inconfondibile che leggete ogni settimana su questa pagine e chissà cos’altro ancora, roba che a stargli dietro a tutta farebbe fatica anche un trentenne. Tant’è che, come dice lui stesso, anche il palco dei Filodrammatici continuerà a tenerlo impegnato. Walter Gaudenzi, ormai il comico per eccellenza della Berton, l’ha già sostituito con successo in alcuni spettacoli ma Bettoli sarà «Sempre Presidente, a vita! Noi non lo defenestriamo di sicuro!» dice ridendo Luigi Antonio Mazzoni, storico regista della compagnia faentina e altro deus ex machina di quell’esperienza invidiabile che si chiama Filodrammatica Berton.
«Giuliano ha davvero fatto rifiorire la storica compagnia quando ci è entrato cinquant’anni fa - aggiunge Mazzoni -. Oggi abbiamo 86 persone nella Berton e continuiamo a lavorare in un’ottica molto sociale, con uno spirito d’accoglienza che è proprio anche delle nostre origini parrocchiali. Sto raccogliendo i verbali della Berton dal 1922 ad oggi, a breve li pubblicheremo sul nostro sito. Le celebrazioni di Frazcõ penso siano meritate, e tra l’altro nel prossimo Scor cum u t’á insignê tu mê riporteremo sul palco Fafeta in cumò, una delle primissime farse di Bettoli su un contadino poco acculturato ma con parecchio sale in zucca che va a far la carta d’identità».
Adesso però è il momento di Frazcõ l 'à vèt ' e' lot, il più fortunato tra gli adattamenti teatrali di Giuliano Bettoli. «E’ tratto da un copione scritto negli anni ’30 da Athos Setti - spiega il Visconte – e per un sacco di tempo l’ha avuta in repertorio anche Eduardo. In pratica il nostro Frazcõ fa una quaterna al lotto, ma si accorge che i numeri, in modo inequivocabile, predicono la sua morte! Negli anni ’60 eravamo forse meno bravi di oggi alla Filodrammatica, ma questo spettacolo è sempre stato un nostro cavallo di battaglia, lo portammo anche alla Rassegna Nazionale del Teatro Dialettale organizzata dal Comune di Faenza al Masini nel 1966. Fu un grande evento, e ci diede conferma delle nostre possibilità e della bontà del lavoro che facevamo. Tant’è che siamo ancora qui a replicare Frazcõ!».
 
 
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