Profughi, oltre 500 in provincia, la Prefettura chiede più disponibilità d'accoglienza

11 Settembre 2015 Cronaca
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Ancora non ci sono direttive ministeriali su come gestire la disponibilità di parrocchie o privati ad accogliere i profughi in arrivo sul nostro territorio. Ma certamente la necessità c’è, visto che in provincia sono 519 gli stranieri, provenienti nella maggior parte dei salvataggi in mare, che hanno trovato accoglienza da parte, nella maggioranza dei casi, di associazioni e cooperative. E un altro centinaio dovrebbero arrivare entro settembre. È per questo che la Prefettura ha pubblicato una richiesta di disponibilità all’accoglienza per gestire l’arrivo di altri 330 profughi. «Non sappiamo effettivamente quanti posti serviranno ma questa è la previsione che fa il Ministero dell’Interno per i prossimi mesi», spiegano dalla Prefettura. Più o meno gli stessi che accoglieranno le altre province della Romagna, in base alla popolazione totale del territorio.
SITUAZIONE FLUIDA
Occorre dire che la situazione è molto fluida: molti degli stranieri arrivati nei mesi scorsi sono già ripartiti per il Nord Europa, se sono riusciti ad ottenere lo status di rifugiato o la protezione umanitaria, o verso altre zone d’Italia, ma c’è anche chi aspetta ancora un riconoscimento di status ed è per questo che è stato necessario fare un’altra richiesta di disponibilità all’accoglienza, dopo il bando dello scorso giugno (che ha permesso di individuare nuove strutture ma soprattutto di ampliare la disponibilità di posti in quelle che già accoglievano).
STATUS
Secondo le stime dell’Area Immigrazione della Prefettura, il 35-40%degli stranieri ospitati in provincia si sono visti negare in prima battuta dalla commissione territoriale la richiesta di protezione internazionale e, nella maggior parte dei casi, hanno fatto ricorso. Nella nostra provincia sono arrivate soprattutto migranti provenienti dall’Africa Sub-sahariana (dal Senegal, dal Mali e dal Ghana), ma anche bengalesi e pakistani, qualche afgano e pochissimi siriani, che in Italia si concentrano soprattutto a Milano e Roma.
CHI ACCOGLIE
Sono pochi i Comuni e i Servizi sociali che hanno deciso di gestire l’accoglienza internamente: Russi, che accoglie tre profughi, Cervia (una cinquantina all’hotel Kitty), l’Asp della Romagna faentina (otto tra Solarolo e Casola Valsenio) e il comune di CastelBolognese. Per il resto si tratta di cooperative o associazioni, anche di migranti, come ad esempio Senegalesi Insieme a Cotignola e Fusignano. È la Bassa Romagna il territorio che ne ospita di più attualmente: 213 in totale, suddivisi tra Bagnacavallo (59 all’Albergo Gemelli), Massalombarda (28, gestiti dalla cooperativa Aurora), Lugo (45, gestiti da Cri e Protezione Civile, parte dei quali ospitati a Santa Maria in Fabriago, vedi articolo sotto), Villa San Martino (21 al Cefal) e Conselice. Nel territorio di Ravenna, invece, sono arrivati 145 profughi, la maggior parte dei quali al centro di formazione professionale Alpha di Piangipane (37) ma anche al Ceis, in vari appartamenti gestiti dalla coop Persone in Movimento, a Ghibullo e Ammonite in strutture della coop Aurora e a San Rocco. Infine nella Romagna Faentina sono arrivati 108 profughi: 30 gestiti dalla Caritas diocesana, altri 16 dalla cooperativa ZeroCento, una quarantina sono all’Hotel Antica Corona di Casola Valsenio e altri otto nelle strutture della Papa Giovanni XXIII.
PERCORSI
Dopo l’emergenza dei primi mesi, la Prefettura ora sta chiedendo e seguendo gli enti che accolgono i migranti nell’accompagnamento verso l’autonomia (ovviamente di chi vuole rimanere e ha i documenti per farlo): «A tutti abbiamo chiesto di garantire un corso di alfabetizzazione e l’assistenza sanitaria ai migranti – spiegano dalla Prefettura -. E in questi mesi stiamo stipulando accordi e convenzioni per inserirli in esperienze di formazione e lavoro». (Daniela Verlicchi)

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