Una città al fianco della sua Cisa. Almeno 1.500 persone (ma non è sbagliato pensare che fossero anche di più) hanno sfilato civilmente quanto in maniera decisa contro i tagli (238) proposti da Allegion per la storica fabbrica che produce sistemi di sicurezza. Dipendenti, istituzioni, rappresentanti sindacali, ma soprattutto tante persone comuni hanno sfilato questa mattina sotto un sole cocente per i tre chilometri che dividono lo stabilimento Cisa 2 di via Granarolo da Piazza della Libertà dove sono intervenuti il sindaco Giovanni Malpezzi e i segretari nazionale di Uilm Uil, Fim Cisl e Fiom Cgil: Rocco Palombella, Marco Bentivogli, Maurizio Landini.
Oltre ai sindaci della Romagna Faentina era presente il sen. Stefano Collina, l'on. Alberto Pagani, il segretario provinciale del Pd Michela De Pascale e il sindaco di Lugo Davide Ranalli. «Seguiremo la vertenza al fianco dei lavoratori e faremo di tutto perché abbia una soluzione positiva per i dipendenti Cisa e per la città - promette il sindaco
Giovanni Malpezzi dal palco di Piazza della Libertà -. Tutte le istituzioni saranno al nostro fianco. Serve un risultato positivo in tempi rapidi, come veloci devono essere i tempi in cui l'azienda ci sottoponga un piano di rilancio».
«La nuova amministratrice delegata non ha capito che licenziare alla Cisa significa ferire la città di Faenza, ma non sa che non glielo permetteremo - spiega
Marco Bentivogli, numero uno della Fim Cisl -. Se i margini non sono soddisfacenti non è colpa dei lavoratori, ma del fatto che ci sono macchinari vecchi che risalgono agli anni '70. Non bisogna avere la laurea per capire che senza investimenti l'impresa è destinata a non essere competitiva. Noi non siamo contrari a investimenti esteri, ma devono rispettare il lavoro. Voglioamo un piano di investimenti. La Regione Emilia Romagna ci ha già fatto sapere che, in caso di percorsi di formazione dei lavoratori e di investimenti, sosterrà l'impresa. Con Whirlpool ci dicevano che le multinazionali americane non cambiano mai idea: dopo due mesi di lotta l'hanno cambiata eccome. Per la Cisa siamo pronti a lottare come per Whirlpool».
«Siamo in un territorio che ha già pagato abbondantemente in nome del profitto con la vertenza Omsa: non può accadere di nuovo - commenta
Maurizio Landini, segretario generale Fiom Cgil -. E' importante vedere una città e le istituzioni vicine ai lavoratori e oggi tutti ci prendiamo l'impegno che quest'unità duri finché l'azienda non ha cambiato idea. Siamo di fronte al paradosso che l'azienda fa utili e vuole delocalizzare per fare più profitti, quando basterebbe fare investimenti. Noi non siamo contro il profitto, ma vogliamo che sia fatto in modo sostenibile. Non sarà facile che cambi idea, ma Allegion deve sapere che noi siamo più zucconi di loro e non ci arrenderemo finché non avranno cambiato idea».
Il messaggio è chiaro e il 16 luglio al Ministero dello Sviluppo economico verrà ribadito con forza.
Parte «Bella ciao», tutti cantano, il corteo si scioglie, la lotta è appena iniziata
Christian Fossi
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