Guido Ottolenghi, Confindustria: «Jobs Act, un segnale che attendevamo»
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«Negli ultimi anni il mercato del lavoro si è ingessato per molti motivi: normative, consuetudine, moltiplicazione di forme contrattuali e di garanzie che hanno reso precario chi non è assunto, e hanno reso l’assunzione una scelta difficile, perché poi le vie d’uscita sono poche e costose. Questo divario, che ha anche conseguenze sociali e incide sulle speranze, l’autostima e i progetti di vita di un’intera generazione, è divenuto talmente macroscopico e incisivo da non essere più sostenibile: garantire ogni tutela a una parte dei lavoratori significa sempre di più privare di ogni speranza un’altra parte. E’ a questo scenario che la riforma del mercato del lavoro deve mettere mano. Il Jobs Act è il segnale che le imprese attendevano: contiene norme meno vincolanti per le aziende, impegnate ogni giorno su mercati che impongono flessibilità, per questo è ragionevole attendersi nei prossimi mesi un riflesso sull’occupazione. Al di là delle singole norme, è il cambiamento del contesto che fa la differenza, e che ci pone finalmente al livello degli altri Paesi europei. Ora bisogna proseguire su questa strada».
Proprio sul contratto a tutele crescenti Confindustria organizza un approfondimento per tutte le imprese, giovedì 5 marzo alle 9.30.