Confindustria boccia il percorso di Ravenna 2019 e propone il «Museo dell’ingegno e dell’industria»
«Il comitato che ha seguito la candidatura di Ravenna 2019 va cambiato: si è basato troppo sull’effimero, sugli spettacoli e sui dibattiti, ma di proposte concrete ce ne sono poche. E l’abbiamo pagato. Noi facciamo la nostra parte: chiediamo concretezza perché diamo concretezza. Abbiamo pronto un progetto, che può essere finanziato da alcune nostre associate che hanno già dato la loro disponibilità per 1,5 milioni di euro in tre anni, per creare un 'Museo dell’ingegno e dell’industria'». Non fa giri di parole Beppe Rossi, responsabile cultura di Confindustria Ravenna, nel chiedere un cambio di passo alla città e, seppure senza nominare direttamente il coordinatore Alberto Cassani, nel giudicare negativamente il percorso intrapreso nella «sfida Capitale», seppure con qualche mese di ritardo.
«Purtroppo con la mancata assegnazione del titolo non sarà possibile realizzare tutti i progetti pensati in caso di vittoria - prova a smorzare i toni il presidente Guido Ottolenghi -, per questo sarà necessario un’analisi delle proposte, per cercare di concretizzare le idee migliori e più meritevoli».
Tra cui il museo. La location ideale «per noi è palazzo Rasponi dalle Teste, per questo chiediamo al Comune l’utilizzo di una parte di esso in maniera gratuita - entra nel dettaglio Ottolenghi -. Il sindaco è sembrato interessato, ma deve fare una verifica politica. Ci ha promesso una risposta ad inizio anno. Come ho già detto più volte crediamo molto nella cultura come strumento economicamente rilevante e questo progetto può aggiungere l’aspetto scientifico a un patrimonio artistico unico. Il museo di baserà su tre assi: ci sarà un’area con le eccellenze del territorio, una che racconterà il cambio degli stili di vita e un’area per approfondimenti e dibattiti da condividere con la città».
Christian Fossi
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FOTO DI MASSIMO FIORENTINI