Cedir di Castel Bolognese, dichiarati 85 esuberi

Faenza | 22 Marzo 2014 Economia
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Nonostante lunedì 17 marzo, al termine della lunga fermata di fine anno, i dipendenti della Cedir siano tornati al lavoro, la situazione non migliora. Tutt’altro: l’industria ceramica di Castel Bolognese ha dichiarato nei giorni scorsi ai sindacati 85 esuberi su poco più di 160 dipendenti. Una crescita di oltre una ventina di persone rispetto ai 62 strutturali dichiarati contestualmente alla richiesta fatta anni fa per ottenere i contratti di solidarietà che scadono il 31 marzo prossimo.

L’obiettivo dei sindacati è ottenere entro il 1° aprile un periodo di cassa integrazione ordinaria, visto che nell’arco dei 5 anni «non abbiamo usato i 36 mesi che spettano per legge per questo ammortizzatore - spiega Samuela Meci, sindacalista della Filctem Cgil che segue la vertenza -. Però è chiaro che se si contano gli anni di contratti di solidarietà, il tetto viene sforato e gli oltre 160 dipendenti della Cedir non avrebbero diritto a questo tipo di ammortizzatore».

Ecco perché sarà molto importante l’incontro in Regione che si terrà martedì 25 marzo, nel quale - in caso di difficoltà ad accedere all’ammortizzatore sociale ordinario -, verrà chiesta la cassa integrazione in deroga. All’incontro di martedì sarà presente anche la proprietà e diventerà l’occasione per approfondire la crisi dopo che, a causa del protrarsi delle trattative nazionali per il rinnovo del contratto collettivo dell’industria ceramica, è saltato un incontro mercoledì 19 marzo scorso.

«Finora ci hanno presentato la richiesta di esubero con un conto fatto da uno studio di consulenza bolognese - conclude Meci -. Dal poco che ci hanno detto, il magazzino è pieno, producono molto di più di quello che vendono e per questo hanno indicato in 85 esuberi la soluzione. Ci aspettiamo che la proprietà ci presenti un piano industriale strutturato, comprensivo del tipo di investimenti in programma: capitolo quest’ultimo in cui sono stati molto vaghi».

Christian Fossi

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