Salute mentale, più depressi con la crisi, Mastracola: "Sfida nella Case della salute"

Ravenna | 22 Marzo 2014 Blog Settesere
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La sfida è evitare la perdita del ruolo sociale. Ma con le malattie mentali non è semplice: disturbi della personalità, bipolarismi, depressioni sono difficili da conciliare con normali orari di lavoro e una vita familiare. Soprattutto ora che il lavoro è sempre più precario e i fondi pubblici certo non aumentano. La risposta del Dipartimento di Salute Mentale è stata la creazione di «programmi speciali», come ad esempio quello sugli «Esordi» che grazie alla collaborazione con i consultori famigliari, i Servizi sociali e la scuola permette di intercettare disturbi di salute mentale sempre più precocemente in modo da curarli ed evitare l’instaurarsi di una vera e propria disabilità. E i primi risultati sono arrivati, come spiega Antonella Mastrocola, direttore dell’Unità Operativa di Riabilitazione dell’Ausl Romagna, sede di Ravenna.
Dottoressa Mastrocola, quante persone avete in cura?
«Il dipartimento (che comprende la Psichiatria adulti, la Neuropsichiatria infantile e il Sert) segue 12mila persone in provincia mentre solo il Centro di Salute mentale di Ravenna circa 2.130: nella maggior parte si tratta di persone con psicosi o schizofrenia, un 16% di novrosi e un 10% persone con disturbi della personalità. In più ci sono 343 in cura per sindromi depressive».
Ci sono stati aumenti significativi, magari connessi alle situazioni di stress o perdita del lavoro dovuti alla crisi?
«Nelle malattie mentali in senso stretto non può esserci una correlazione diretta: d’altra parte alcuni disturbi della personalità in passato venivano trattati da altri Servizi. L’aumento può essere imputato poi ad una progressiva riduzione del mercato privato: se prima le persone potevano rivolgersi direttamente allo psicoterapeuta privato, ora fanno più fatica».
E per quel che riguarda la depressione?
«Il discorso è diverso: c'è la depressione psicotica (disturbi bipolari o forme più gravi) che in effetti è in aumento, la depressione reattiva e le varie forme ansiose, anch'esse in aumento. Si tratta, in generale, di disturbi che andrebbero trattati più con interventi psico-terapeutici che con i farmaci».
E per evitare di arrivare ad un trattamento farmacologico, serve prevenzione: è per questo che, come Dipartimento, sarete chiamati ad operare anche nelle Case della Salute?
«Lo stiamo già facendo: in quella di Russi è partita una sperimentazione che ha l'obiettivo, da un lato, di formare i medici di base ad individuare precocemente i sintomi di un disturbo di salute mentale e dall'altro di ridurre la genericità dei servizi psichiatrici, con ore di servizi specialistici per i problemi più frequenti come disagio, ansia, depressione reattiva».
Quanto è importante la prevenzione nella cura di questo tipo di malattie?
«Talmente fondamentale che come Dsm, a costo zero, abbiamo attivato il cosiddetto programma Esordi che attualmente segue una novantina di ragazzi tra i 14 e i 24 anni. Per questa fascia, fino a qualche anni fa, si arrivava a chiedere cure solo dopo anni di disagi segnalati (assunzione di sostanze, problemi con la giustizia etc..), mentre se non si interviene entro i primi due anni dall’esordio della malattia, il rischio è quello di sviluppare la disabilità. Anche con i più grandi, la sfida è quella di non far loro perdere i ‘ruoli’: lavoro, autonomia casalinga, relazioni».
Gli ospedali psichiatrici sono chiusi da decenni, ma anche ambienti e strutture limitano l’autonomia e sono dannosi, come fare?
«Abbiamo vari progetti in piedi con la Provincia di Ravenna, per vari livelli d’autonomia: nel 2013 abbiamo avviato qualche esperimento di ‘budget di salute’, un piccolo fondo regionale per quelle persone che su un progetto specifico tentano di ricostruirsi una vita autonoma. Poi c’è il programma ‘Abitare supportato’ che ospita una trentina di utenti in 10 appartamenti dell’Ausl e di Acer e nel 2013 abbiamo completato 233 inserimenti lavorativi e 12 assunzioni».
Nonostante la crisi…
«A Ravenna ci sono molte aziende sensibili su questi temi e il supporto delle autorità». (Daniela Verlicchi)
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