Debordante Antonio Rezza, domenica 23 al teatro Rasi

Ravenna | 22 Marzo 2014 Cultura
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Antonio Rezza e Flavia Mastrella sono due degli autori più irriverenti del teatro italiano. Poeti dell'assurdo, protagonisti di suggestioni quasi fotografiche e di duetti ai limiti del nonsense dalla dirompente comicità: questo è Fratto-X di Flavia Mastrella e Antonio Rezza, con Antonio Rezza e Ivan Bellavista, in scena domenica 23 marzo alle 21 al teatro Rasi per Ravenna viso-in-aria. Il sodalizio Rezza-Mastrella ha ricevuto il premio Speciale Ubu 2013 per il lucido percorso di scavo nella crudeltà ottenuto attraverso il genio sfrenato di un attore e l'intuito plastico di un'artista visiva originale. Capaci di creare drammaturgia a partire da un disarmante trasformismo, e sempre concentrati sulle bassezze dell'umanità, intime e manifeste, individuali e collettive, i due artisti plasmano una materia dagli esiti estremamente comici e spiazzanti creando un linguaggio feroce che nella sua misteriosa iperbole riesce a toccare anche un grado nascosto della grazia.
Rezza è un folletto bizzarro e dispettoso che entra in scena enunciando, con voce roca e intonazione romanesca, una carrellata di vizi umani: l’ansia, il tabù della demenza e quello del sesso, la violenza domestica e quella autoritaria della Polizia. Ciò che succede in teatro con Rezza/Mastrella è devastante, debordante; investe e spazza via tutte le parole che si possano scrivere per descriverlo o commentarlo.
Il nonsenso e la furbizia di Petrolini e l’ammiccamento complice di Totò si fondono con una artaudiana volontà distruttiva, stemperato sempre in un romanesco che non può che essere maldestramente bonario e un po’ stralunato: come quando, il telo a circondarsi il capo, Rezza si trasforma in Rita da Cascia, e su questo Cascia ne dice di tutti i colori: che gli amici di Rita sono anche loro da Cascia ma che non bisogna sempre citare Cascia, e via di seguito con San Francesco che pur essendo di Assisti quindi non è di Cascia … Ma come seguire lo spiritello che slitta irrefrenabile a inventarsi nuovi percorsi sfuggendo alla logica attraverso l’uso severo della logica?
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