Università, il rettore Dionigi: «Maggiore autonomia al Polo ravennate»
«Nel giro di un mese al Polo universitario di Ravenna verrà accordata una maggiore autonomia. Siamo consapevoli di avere accentrato troppo potere su Bologna, ma non sarebbe potuto essere diversamente, viste le difficoltà date dalla riforma».
E' stata questa la promessa strappata al magnifico rettore Ivano Dionigi al termine del convegno «Alma Mater sostiene Ravenna 2019», voluto dall'Università per sostenere il percorso di candidatura di Ravenna a capitale europea della cultura per il 2019.
«E' vero - ha spiegato Dionigi - sono consapevole che dopo la riforma c'è stato un accentramento, da parte di Bologna, rispetto alla gestione dell'Università, ma non poteva essere diversamente. Siamo l'Ateneo più complesso d'Italia, ma nel giro di un mese vogliamo garantire a Ravenna una maggiore semplificazione ed una più ampia autonomia. A volte certe scelte sono frutto di colpi che vengono imposte da Roma e che tentiamo di “parare”, altre volte invece ci mettiamo del nostro. Cercheremo di migliorare». In sala, quella del Palazzo dei Congressi, tutti gli «addetti ai lavori», dal vicesindaco Giannantonio Mingozzi al coordinatore del campus di Ravenna Giorgio Gruppioni, passando dai rappresentanti delle tre principali associazioni di studenti, che hanno portato all'attenzione del rettore le principali criticità del Polo (vedi articolo seguente). «Su un punto ho cercato di “tenere la barra”, ovvero quello dei corsi, a cui ho voluto garantire continuità nella didattica, oltre che ai dottorati». L'incontro, svoltosi martedì 11 marzo, è stato aperto dal vicesindaco Mingozzi, che ha spiegato come «nonostante la crisi che attanaglia l'Italia, da cinque anni il Polo romagnolo registra mille matricole ogni nuovo anno accademico». Durante l'incontro, Mingozzi ha parlato della volontà di realizzare uno studentato, per una maggiore radicalizzazione in città degli studenti. Il coordinatore del Polo, Giorgio Gruppioni, ha invece rivendicato l'importanza, rispetto a Bologna, dello sviluppo di alcuni aspetti che garantiscano una maggiore specificità al campus ravennate. In rappresentanza di Fondazione Flaminia, infine, era presente il presidente Lanfranco Gualtieri - per salutarlo Dionigi ha citato Bobbio, «esistono giovani vecchi, e vecchi giovani» -, che ha ricordato come l'università abbia insediato a Ravenna «un patrimoni o di studenti e docenti di assoluta qualità». (Federica Ferruzzi)