Eraldo Baldini racconta la sua «Tenebrosa Romagna», il 17 marzo al Mama's con «setteserequi»

Ravenna | 11 Marzo 2014 Cultura
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Federica Ferruzzi
Nuovo lavoro per Eraldo Baldini, che a pochi mesi di distanza dal romanzo pubblicato per Einaudi esce con il nuovo saggio, dal titolo «Tenebrosa Romagna» (società editrice Il Ponte Vecchio). Il testo è in realtà una riedizione aggiornata e corretta di «Paura e ‘maraviglia’ in Romagna», un libro pubblicato per la prima volta nel 1988.
Baldini, in cosa consiste la riedizione?
«Dall’uscita di quel saggio non ho mai smesso di interessarmi ai temi a cui era dedicato, di raccogliere materiali, di aggiornare e cercare di arricchire le mie conoscenze in proposito. Da allora, inoltre, sugli argomenti in questione sono usciti centinaia di saggi, articoli e contributi da tenere in considerazione. E per finire è nato Internet, che oggi dà la possibilità di attingere a testi conservati nelle biblioteche e negli archivi di ogni parte del mondo. È per questo che ho ripreso in mano «Paura e maraviglia», con l’intenzione di aggiornarlo e ampliarlo».
Quindi non una semplice riedizione...
«No, è quasi un libro nuovo, molto più ampio e ricco di pagine, notizie e note bibliografiche. Ho tolto alcune parti che ritenevo meno interessanti e ho aggiunto non solo notizie, ma anche interi capitoli, come quello dedicato alla credenza ravennate nella “caccia selvaggia”, che probabilmente ha fatto da background folklorico alla leggenda di Nastagio degli Onesti. Insomma, questo “Tenebrosa Romagna”, con le sue 352 pagine fitte di notizie e considerazioni, può essere considerato il risultato finale di un lavoro di trent’anni».
Il saggio è frutto della formazione di antropologo culturale e di studioso delle tradizioni: quali sono gli elementi più importanti che troviamo nel libro?
«Il volume è dedicato al nostro immaginario collettivo così come si è formato e delineato nel corso della storia, dall’antichità a oggi, pur se con particolare attenzione ai “secoli di mezzo”, quelli medievali e di età moderna. Un saggio, dunque, che fa il punto su un tema ricco e stimolante: quello della visione del mondo di una popolazione abituata e costretta, per affrontare la durezza della vita quotidiana e i propri terrori di fronte al misterioso, a dare un volto e un nome alle preoccupazioni che l'ossessionavano».


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