Per Speciale Martedì Romagna la rassegna Incontri letterari martedì 25 febbraio 2014 alle ore 18 alla Sala D'Attorre di Casa Melandri presenta il libro "Parole alla giente. Cronaca di vent'anni vissuti per il porto di Ravenna" Nuova edizione (Ed. Il Girasole) scritto da Uno dei più illustri protagonisti dello sviluppo economico ravennate Luciano Cavalcoli. Partecipano Gianfranco Bessi- Matteo Casadio Presidente Sapir Spa, l'editore Ivan Simonini.
"Parole alla giente" è un racconto rapido ed essenziale, che coinvolge la vita di Ravenna nello sviluppo generale del Paese tra il dopoguerra e gli anni '70. La trama si sviluppa senza pretendere di riassumere i problemi dell'epoca e nemmeno tutti quelli della città in cui i fatti si svolgono. L'osservatorio è prevalentemente il porto con i suoi problemi di creazione in sviluppo. L'autore è quindi sempre tra le quinte con pretesa di esattezza ma non di completezza o di rigida obiettività; tanto più che è dichiaratamente associato a una parte politica. Spesso la narrazione prende un ampio respiro: un episodio, l'indugio a descrivere una persona, alcune rapidissime notazioni critiche. È come l'affacciarsi discreto dei fatti allo scenario, è l'ambiente: visto volta a volta con amore e dispetto, con simpatia e rifiuto. Così si giunge alla fine, risolta in serena accettazione delle cose, anzi con un motivo di slancio verso l'avvenire. Una leggera vena d'umorismo corre lungo tutto il libro e lo solleva al di sopra della cronaca, rendendo assai piacevole la lettura.
Luciano Cavalcoli (Ferrara, 11 aprile 1905 - Ravenna, 22 aprile 1991) è stato un protagonista indiscusso della vita ravennate del secondo dopoguerra. Amministratore pubblico (prima consigliere comunale nelle file della Democrazia Cristiana, poi assessore, vice sindaco, per oltre vent'anni - dal 1951 al 1974 - presidente della Camera di commercio di Ravenna, presidente della Sapir), seppe intuire - accanto a uomini come Benigno Zaccagnini, Enrico Mattei, Giuseppe Medici - che Ravenna sarebbe potuta uscire da un isolamento quasi secolare, dovuto anche alla sua collocazione geografica e alle difficoltà di collegamento, attraverso la creazione di una struttura portuale che fosse e di supporto allo sviluppo economico e di collegamento con l'intero territorio regionale, nazionale ed europeo.