Asili nido, il nuovo regolamento aiuta chi cerca lavoro

Hanno iniziato a discuterne nell’autunno del 2012 perché fosse un documento il più possibile condiviso. E d’altro canto l’impresa era di quelle impegnative: dopo la revisione delle tariffe, ripensare l’intero impianto regolamentare di accesso ai nidi, facendo di tre testi (uno sulle tariffe, uno sull’accesso e uno sugli organismi di partecipazione nelle scuole) un unico regolamento. Dal prossimo anno scolastico (ma il bando dovrà uscire entro il 28 febbraio per poi procedere alle iscrizioni -ndr) ci saranno nuove regole «d’ingaggio» per accedere ai nidi, che saranno discusse in consiglio entro la metà di febbraio. «Innanzitutto mi preme sottolineare che, a differenza di quanto è avvenuto per le tariffe (un tema prettamente amministrativo –ndr) questo è stato un lavoro che ha cercato di coinvolgere più persone possibile – spiega l’assessore all’Infanzia MariaChiara Campodoni –: abbiamo iniziato con dei focus group, cercando di coinvolgere sia i genitori che già accedono ai Servizi sia quelli esterni, oltre che gli educatori e, attraverso una serie di interviste, abbiamo raccolto i pareri dei sindaci e amministratori dell’intera Unione dei Comuni». L’obiettivo era insomma produrre un testo valido anche per i prossimi anni, orizzonte entro il quale, forse, si metterà il comune anche questa funzione.
Di qui i ragionamenti sui criteri di accesso. Il nidi continua ad essere considerato un servizio di conciliazione: il reddito incide solo sulla determinazione della retta, non sull’accesso. Fino ad oggi, spiega la Campodoni, si teneva conto solo del fatto che uno o entrambi i genitori lavorassero e del fatto che lo facessero o meno fuori comune. «Mentre dall’analisi dei focus group è emersa la necessità di differenziare tra le varie situazioni lavorative dei genitori che inevitabilmente incidono sulla possibilità di rimaner a casa con i figli: proporremo quindi di tener conto innanzitutto dei part-time e poi della distanza dalla sede di lavoro effettiva. Ci piacerebbe inoltre inserire un punteggio per chi sta cercando lavoro, distinguendo la situazione di chi ha scelto di rimanere a casa da quella di chi invece deve fare colloqui etc..». Altro punto di discussione, che però si è scelto di escludere dal regolamento, è la disponibilità del nonni: «E’ vero – prosegue l’assessore – aver un nonno a casa è una grande risorsa ma è difficile andare ad indagare quanto sono in grado di occuparsi dei nipoti o scandagliare le ragioni per cui, legittimamente, i genitori non vogliono o non possono chiedere aiuto ai loro parenti». Grazie alla nuova normativa sull’Isee (che però non è ancora stata tradotta in decreto, comunque l’intenzione è andare in quella direzione, già anticipata da un provvedimento sui ritiri nel bando 2013), sarà possibile pagare la retta in base al proprio reddito «attualizzato»: «Chi ad esempio perde il lavoro, non dovrà pagare la retta sulla base del reddito dell’anno precedente, inevitabilmente più alto, ma potrà chiedere un adeguamento». Così come il cambio di residenza, anche se non è effettivo al momento dell’iscrizione, si può far figurare nella domanda. Niente di nuovo, infine, sui vantaggi o svantaggi per le famiglie monoparentali: «Vedovanza, non riconoscimento o divorzio: sono questi i casi in cui si hanno dei punti in più, stiamo ragionando di differenziale le situazioni (nell’ultimo caso, ad esempio, non detto che l’altro genitore sia necessariamente assente) ma nel caso sarà una differenza minima». (Daniela Verlicchi)