La Compagnia della Fortezza dal carcere al Ridotto del Masini domenica 2

Faenza | 02 Febbraio 2014 Cultura
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Elena Nencini
In Italia rappresenta il primo esperimento di compagnia teatrale all'interno di un carcere, oggi dopo 25 anni, 30 lavori realizzati, la compagnia  della Fortezza di Volterra rappresenta un punto di eccellenza nel teatro italiano. Domenica 2 febbraio alle ore 21 presso il Ridotto del Teatro Masini, Armando Punzo, autore e regista della compagnia sarà in scena con Aniello Arena - detenuto/attore, pluripremiato protagonista del film Reality di Matteo Garrone - con il racconto teatrale Mercuzio ed altre utopie. Un racconto che attraversa la storia della Compagnia della Fortezza con la presentazione di estratti dagli spettacoli più importanti, interpretati da Punzo e Arena. Ad introdurre la serata la proiezione del video Mi interessa Don Chisciotte  di Lavinia Baroni, documentario con cui si ripercorrono i momenti salienti della preparazione dello spettacolo Pinocchio. Lo Spettacolo della Ragione.
Punzo ci parla della storia della compagnia e di un caro amico faentino che lo sta aiutando in un progetto importante.
Il titolo dello spettacolo che presentate a Faenza è Mercuzio e altre utopie, come mai ha scelto proprio questo personaggio?
«Mercuzio è il poeta, in Romeo e Giulietta è il personaggio che in quel momento ci sembrava rappresentasse meglio la nostra storia. Rappresenta l'attore, l'artista, il filosofo, ma viene sacrificato troppo presto da Shakespeare, dopo la morte di Mercuzio c'è la fine di un mondo, di una parte fondante e fondamentale senza la quale l’uomo scivola inevitabilmente verso la tragedia. Per noi era un personaggio molto emblematico e abbiamo pensato di cambiargli destino, per dire che forse non andava sacrificato. Mercuzio non muore e il mondo è diverso: sopravvive il teatro, l’arte, la poesia».
Lo scorso anno avete festeggiato i 25 anni di attività de La Fortezza pensava di arrivare così lontano all'inizio?
«Sempre prossimi alla morte. Agli inizi non può immaginare cosa farai, ero convinto, determinato dall'idea di creare una compagnia ideale, volevo una compagnia di teatro con dei non professionisti. Il mio obiettivo era quello. Pensavo a fare bene e a realizzare questa idea. A furia di lavorare, e di lavorare bene siamo arrivati a 25 anni. È stata una sorpresa anche per me, ma è stato anche molto di più. Avevo previsto di fare un lavoro interessante, ma poi si è fatto molto più ricco e importante ».
Cosa rappresenta lo spettacolo Pinocchio all'interno del percorso della compagnia La Fortezza?
«E' un documentario sulla nostra storia. In 25 anni e 30 spettacoli è difficile scegliere, ma questo ci è sembrato un momento importante. All'interno del documentario c'è anche presente Aniello Arena, spiega il nostro rapporto in scena. Parliamo di un Pinocchio al contrario che non vuole essere un bravo bambino, non vuole affacciarsi alla vita, vuole tornare indietro, preferisce rimanere burattino».
La creazione di un teatro stabile era al centro dei vostri progetti. Come vi è stato vicino Ruggero Sintoni, il direttore artistico di Accademia Perduta?
«La creazione di un teatro stabile è ancora al centro dei nostri progetti. E' vero che tutte le cose sono difficili, ma è fondamentale l'idea di creare. In realtà noi chiediamo solo un teatro, uno spazio più attrezzato che ci permetta di fare meglio quello che abbiamo fatto in questi 25 anni. Siamo una delle compagnie più importanti e conosciute anche all'estero ma non abbiamo uno spazio. Il nostro percorso è diventato un emblema, ma si potrebbero moltiplicare realtà come la nostra. Da quando nel carcere di Volterra è arrivato il teatro è cambiata la geografia di questo luogo, non è più stato quella che era prima. Ci dovrebbe essere un teatro in ogni istituto di pena, ma dopo 25 anni sembra ancora strano. E l'Italia che non impara, che non fa tesoro delle sue esperienze. Ruggero ci è stato vicino, da operatore culturale. È stato uno dei primi direttori di teatro a chiamarci fuori dal carcere a Forlì nel 1995, abbiamo fatto uno spettacolo straordinario. Ma ci ha sostenuti anche in maniera fattiva, mi ha messo in contatto con due architetti faentini, Bartoletti e Cicognani, che stanno realizzando un vero e proprio progetto per questo teatro, stanno pensano dalla forma, ai costi, insomma un progetto seri,o animati solo dall'entusiasmo e dalla voglia di fare bene».
 
Biglietti: da 10 a 15 euro. Prevendite sabato 1 febbraio dalle ore 10 alle ore 13 presso la Biglietteria del Teatro Masini.
Info: 0546/21306 e www.accademiaperduta.it
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