RAVENNA | Orti, protagonisti anche giovani e stranieri
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Nuove regole per gli orti comunali. Giovedì 7 novembre il consiglio ha varato un regolamento nuovo di zecca per gli orti che ha l'obiettivo di riorganizzare questo mondo complesso e in evoluzione. Non più solo pensionati (a cui, anche il nuovo regolamento destina la maggior parte dei terreni) ma ora anche giovani affascinati da nuovi stili di consumo e anche stranieri che magari la vedono come fonte di integrazione al reddito chiedono di avere un orto da coltivare. È il mondo dei cosiddetti hobbisti ai quali anche il nuovo regolamento dà la possibilità di aver in concessione un terreno ma ad una tariffa più alta: circa 20 euro a fronte dei 5,80 per 50 metri quadrati di campo standard richiesti ai pensionati.
«Ci siamo dati un anno di tempo per verificare quanti e chi effettivamente richiederà un orto con il nuovo regolamento - spiega l'assessore al Decentramento Valentina Morigi -. Ma già con l'idea, se ce ne sarà la necessità, di dedicare nuove aree agli hobbisti». La priorità restano però i pensionati, spiega l'assessore, «altrimenti rischiamo di snaturare un laboratorio di socialità che funziona da 30 anni ed è ormai una buona prassi che in molti ci hanno copiato in Italia».
Sono oltre 1267 gli orti a Ravenna, la maggior parte dei quali (oltre 700) in città. Solo un centinaio quelli ancora liberi e altrettanti sono stati «riconvertiti» e destinati agli hobbisti. «Ma le richieste sono sempre di più - racconta Francesco Fucksia, presidente del centro sociale San Rocco che gestisce gli orti del bosco Baronio - solo noi ne avevamo una trentina in lista d'attesa». Poi, con il trasferimento di alcuni appezzamenti, dovuti alla risistemazione dell'area del futuro parco Baronio e l'aggiunta di 24 nuovi orti, la lista d'attesa è diminuita. In città si estendono le aree ortive più ampie: quella di via Chiavica Romea (308) e a Bosco Baronio (237), ma ce ne sono anche a Fornace Zarattini (122), a Classe, a Marina e a Lido Adriano.
Il nuovo regolamento introduce essenzialmente tre novità: canoni uniformati su tutto il territorio, la possibilità (compatibilmente con la disponibilità di aree libere) di concedere appezzamenti anche a persone segnalate dal Servizio sociale territoriale, a scuole (su richiesta degli organismi scolastici) e a persone disabili e l'opportunità da parte degli ortisti di donare parte dei loro prodotti a strutture pubbliche d'accoglienza e ospitalità (in questo caso gli ortolani potranno usufruire di contributi per il miglioramento dell'area). «Era assolutamente necessario introdurre regole uguali per tutti e principi di trasparenza e imparzialità nella gestione di terreni pubblici», chiosa la Morigi. «Tutte le convenzioni verranno rinnovate entro l'anno con i nuovi criteri - spiega Casimiro Calistri, rappresentante locale dell'Ancescao, l'ente che riunisce i centri sociali e gli ortisti -. Il regolamento è positivo, introduce anche la possibilità di fare azioni di solidarietà con i prodotti del campo, che già di fatto informalmente si facevano. Ora il difficile sarà farle rispettare le nuove regole».