AGRICOLTURA | Annata agraria, campi in ripresa, ma troppi costi

«Nell'intero sistema agroalimentare ravennate si sono registrati quest'anno risultati leggermente migliori rispetto al 2012»: è il primo bilancio della Cia che presenterà lunedì 11 novembre prossimo (ore 15.45 presso la sala Nullo Baldini di Legacoop a Ravenna) i risultati dell'annata agraria che sta per concludersi. «Il dato va preso con cautela - sottolinea il direttore Fabrizio Rusticali -, a causa del continuo aumento dei costi di produzione che incide pesantemente sui redditi aziendali».
Per quanto riguarda le singole produzioni, è andata bene per il settore ortofrutticolo, dove per le pesche-nettarine i prezzi di partenza sono stati superiori del 20% rispetto al 2012 fino alla prima decade di agosto, attestandosi poi sui livelli dello scorso anno. Ottima performance per le albicocche, dove a fronte di un calo della produzione del 3,5%, si sono registrati prezzi superiori al 50% rispetto al 2012 e un + 20% per le tardive con superfici in aumento. Buona la produzione di susine (+20%) e prezzi superiori del 15/20% rispetto allo scorso anno.
Per le campagne ancora in corso: produzione stabile per le mele e prezzi superiori al 20/30% sul 2012 con quotazioni discrete, mentre per le pere, a fronte di un incremento di produzione del 15/20% ci si attende una flessione dei prezzi. Per quanto riguarda il kiwi, la produzione è in diminuzione e i prezzi agli stessi livelli dell'anno scorso.
La produzione di olive è stata invece maggiore e per l'olio Dop di Brisghella i prezzi si attestano agli stessi livelli del 2012.
Bene anche il settore vitivinicolo: incremento produttivo del 10%, qualità buona per i rossi, eccellente per i bianchi con prezzi inferiori al 2012 che però è stata un'annata eccezionale.
Per quanto riguarda il comparto zootecnico invece resta confermato il trend negativo dello scorso anno.
In flessione la produzione di bovini (in particolare quelli da carne) per i quali nel giro di due anni si è capovolta la crescita di domanda, ovi-caprini e conigli; stazionari carne suina ed equina, in crescita solo il settore avicolo nonostante le severe norme imposte dall'Ue e l'allarme dell'influenza aviaria. Il mercato delle carni avicole infatti continua a dimostrarsi attivo con riflessi positivi sui prezzi attestati su valori un po' più alti dello scorso anno.
In leggera crescita la produzione di latte, mentre il mercato delle uova ha registrato un -20%.
A pesare sul comparto zootecnico è la riduzione dei consumi che ha comportato un calo del 3% dei prezzi medi colpendo in particolare la Romagnola e la Limousine.
Tra le cause che rendono il sistema produttivo vulnerabile, secondo la Cia «la mancanza di una efficiente pianificazione che assicuri più stabilità ai mercati con un più equo rapporto fra domanda e offerta; lo scarso livello dimensionale di molte strutture produttive e l'urgente necessità di provvedere ad un loro accorpamento; le contraffazioni di molte nostre produzioni tipiche; le difficoltà di approvvigionamento, se non a prezzi molto alti, di giovani bovini da ristallo per potenziare i nostri allevamenti».
Annata negativa infine per l'apicoltura, penalizzata da alcune malattie che hanno colpito gli alveari, dalle piogge e dal freddo primaverili che hanno compromesso in parte la produzione del miele.