RAVENNA | «L'emergenza casa» tocca oltre mille famiglie

Oltre 300 persone in più nella graduatoria Erp in poco più di un anno (erano 769 nell'aprile 2012 e sono passate a 1107 nell'agosto 2013), 32 nuclei già sotto sfratto e 997 nella fascia minima di Isee (al di sotto di 8.500 euro). I numeri parlano chiaro: quella abitativa è sempre più un'emergenza, e questo inverno 2013 potrebbe essere molto difficile affrontarla. E' per questo che venerdì 18 ottobre, i principali enti che lavorano sul tema (Caritas, Asp, dormitori cittadini) si riuniranno attorno ad un tavolo, al convegno «Soluzioni abitative in emergenza» (dalle 8.30 alla Sala D'attorre, al pomeriggio al Ceis) per confrontare dati e strategie sulla prossima emergenza freddo.
«Con tutta probabilità e con qualche modifica rispetto all'anno prossimo, l'Asp riproporrà l'esperienza del dormitorio di via Torre - spiega l'assessore alle Politiche Sociali Giovanna Piaia -. Avrà 25 posti ampliabili e, a differenza dell'anno scorso, daremo il pass per l'alloggio settimanale, perché così ci è stato chiesto da tutti». Nell'inverno scorso il dormitorio «Piano Freddo» ha ospitato 88 persone, una cinquantina (anche quest'anno), invece, i posti negli altri due dormitori: il Re dei Girgenti (pubblico) e il Buon Samaritano (gestito dalla parrocchia di San Rocco). Se nel primo, l'accoglienza, mentre al Buon Samaritano il turn-over è maggiore. Ma non è finita qui, aggiunge l'assessore: «Abbiamo 50 appartamenti per l'emergenza (fuori Erp) già occupati e altre 24 famiglie in attesa, 11 nuclei ospitati in albergo e altri 5 in una struttura protetta». Il problema quest'anno, insomma non titta solamente i senza tetto (per i quali ci sono i dormitorI) ma intere famiglie. Aiutarle è un problema di gran lunga più complesso, spiega il direttore della Caritas don Alberto Brunelli: «Noi cerchiamo di aiutare con il pagamento delle bollette di luce e gas, ma quest'anno per famiglie i posti di emergenza sono esauriti (restano gli alberghi). I dormitori non annullano il problema: c'è chi sceglie di dormire fuori e ad alcuni facciam consegnare sacchi a pelo da alta montagna attraverso il dormitorio di San Rocco. Per i singoli, una soluzione si trova. Il vero problema sono le famiglie». Cosa fare dunque? Le ipotesi al vaglio dell''mministrazione sono varie: incentivare la coabitazione nelle case popolari, creare un'agenzia di intermediazione pubblica all'interno di Acer per gestire l'affitto sociale, abbassare la soglia di decadenza per le case popolari in modo da aumentare il turn over (ma lo deve fare la Regione). «Tutti temi sui quali discutere - conclude la Piaia - venerdì 18 al convegno».