VINO | Piccoli produttori, il futuro nell'export
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La raccolta delle uve bianche mostra una buona qualità e, se il tempo regge, anche quelle rosse saranno tutt'altro che malvagie. Intanto il mercato del vino per i piccoli produttori di qualità mostra qualche spiraglio, ma è l'export che permette di continuare a crescere.
«E' sicuramente una vendemmia che ha tempistiche completamente diverse da quelle degli ultimi anni: estremamente ritardataria - sottolinea Leone Conti dell'omonima azienda vitivinicola -. Sulle uve già raccolte possiamo dire di avere una buona qualità, con una maggiore carica aromatica rispetto al passato e più in linea con le aspettative dei consumatori. Per quanto riguarda le uve rosse sono in ritardo e, avendo l'azienda in pianura a Santa Lucia, sono un po' in apprensione per l'aumento dell'umidità visto che la vendemmia finirà a metà ottobre».
«Siamo tornati ai tempi storici della vendemmia... raccogliere il Sangiovese a inizio settembre era veramente troppo presto - analizza Serena Ferrucci che insieme al fratello Ilario gestisce la storica azienda di Castel Bolognese -. La scorsa settimana abbiamo raccolto lo Chardonnay e inizieremo alla fine di questa settimana con il Sangiovese. Se il tempo regge, sarà un'ottima annata visto che l'uva ha avuto una maturazione lineare e non ha subito i picchi del 2011 e 2012. Pertanto ci aspettiamo una quantità maggiore, ma una gradazione più bassa. Lo Chardonay, vitigno molto delicato che rischia di marcire o di cuocersi sulla pianta con la stessa facilità, non ha una gradazione ottimale, ma è comunque complessivamente di buona qualità».
«Abbiamo già raccolto tutte le uve bianche di Chardonnay e Albana: il primo si presenta basso di grado come speravamo visto che lo usiamo come base per lo spumante, e anche il secondo vitigno, che utilizziamo per fare l'Albana secca, è in condizioni ottimali. Ambedue sono di buonissima qualità - illustra Alessandro Morini dei Poderi Morini di Faenza -. Abbiamo inoltre raccolto una parte del Centesimino che usiamo per fare la base del rosé e anche qui abbiamo avuto un'ottima qualità. Il Sangiovese è ancora indietro, ma il grado zuccherino è già buono anche nelle uve rosse. Per il superiore siamo a 12 gradi e dovremmo andare sui 12,5-13 come speravamo, mentre la riserva è già sui 12,5 gradi e dovremmo raggiungere i 13,5».
«Sembra di essere tornati nei canoni della vendemmia anni '80 e '90 e questo crea un po' di tensione perché non ci siamo più abituati - commenta Cristina Geminiani di Fattoria Zerbina -. Abbiamo raccolto le uve bianche e rosse precoci, è in corso la raccolta dell'Albana secca e tra una settimana - dieci giorni raccoglieremo il Sangiovese. Abbiamo fatto opportuni interventi agronomici per garantire la condizione di sanità massima delle uve, abbiamo avuto uno sviluppo vegetativo equilibrato e le piante sono in grande forza. Ci sono tutte le premesse per avere un'ottima annata».
Mercato, export, e rete. Intanto il mercato del vino per i piccoli produttori di qualità mostra qualche buon segnale. «Sembra ci sia una timida ripresa nel consumo interno - svela Conti -. I segmenti della ristorazione e delle piccole enoteche con cui lavoro stanno scegliendo marchi conosciuti e che hanno fatto politiche di qualità sia sui prodotti che commerciale, ossia non hanno svenduto nemmeno in tempi di crisi. L'export rappresenta un 20% del fatturato. I mercati migliori sono Stati Uniti, Regno Unito e Giappone. Per il futuro del vino in Romagna serve coesione tra produttori e autostima senza essere presuntuosi: dobbiamo affrontare questi nuovi mercati con grande umiltà. Certo che se la ristorazione rivierasca ci desse una mano promuovendo i nostri prodotti, sarebbe una bella cosa».
Fa eco Morini: «Da inizio settembre si sta un po' riprendendo e noto un miglioramento dei consumi: dovremmo riuscire a confermare i quantitativi dell'annata precedente - conclude -. L'export per me rappresenta una forbice tra il 30% e il 40% del totale e vendo soprattutto nei mercati statunitense e giapponese. E' un mercato in crescita soprattutto grazie al Centesimino (il Sauvignon Rosso di Romagna). In futuro sarà ancor più importante la collaborazione con gli altri produttori: per quanto mi riguarda sono molto soddisfatto delle esperienze nel Convitto di Romagna e di Enoarké, la società commerciale che racchiude la rete regionale di Fattoria Zerbina, Poderi Morini, Drei Donà e Tremonti».
«Ci sono molti esercizi che chiudono - conclude Geminiani -, ma danno buoni frutti gli investimenti all'estero nei mercati storici che abbiamo fortemente fidelizzato: Nord America, Australia, Giappone, Russia, Nord Europa, Svizzera e Germania. Oggi i mercati stranieri rappresentano per Fattoria Zerbina circa il 40% del fatturato».