LUGO | Ecco il monumento alla crisi
Eccola, finalmente. La Meridiana dei popoli, il monumento più discusso degli ultimi anni, inesauribile fonte di chiacchere per i lughesi, ha toccato i 21 metri di altezza. Alcuni la chiamano calamita, ad altri vengono in mente i rasoi o il grattacielo di Cesenatico. I cinefili più sottili ci vedono il monolite di Stanley Kubrick, altri il menhir di Obelix. Ma è una porta. Manca il rivestimento dell'uscio, ma sarà una porta stilizzata. E brillerà alla notte come la Tour Eiffel. Poi l'artista, Mario Nanni originario di Bizzuno, deciderà di che colore farla. Sta a ricordare la Costituzione, la Resistenza, i diritti umani, i valori europei. Vi sarà inciso l'articolo 4 della Carta costituzionale, quello che parla di lavoro. Quello che, anche nella ricca Romagna, manca sempre di più. Costerà 125mila euro. Soldi che, per diversi detrattori, andavano spesi in altro modo, soprattutto con questi chiari di luna.
Alcuni rimpiangono il vecchio bar Sonia, soprattutto chi non ha perso l'abitudine a tirar tardi. Chi capisce di arte si lancia in critiche estetiche, il pedone lughese guarda con una certa diffidenza al cantiere. E pensa all'Ala di Baracca e alla Rocca. Le novità, soprattutto in campo urbanistico, non sono mai state facili da digerire. Hanno bisogno di tempo per essere metabolizzate, per diventare parte della città. Così magari fra qualche anno, guardando a terra l'ombra rivolta al Globo, capiremo che è mattina, e che quando pende verso via Acquacalda si sta facendo sera. Poi guarderemo in alto, incrociando lo sguardo con quello la colomba appollaiata sulla Meridiana, ci ricorderemo del periodo in cui il lavoro latitava e la crisi ci faceva dormire sulle spine. Sperando che tutto questo sia solo un brutto ricordo.