FAENZA | Prostituzione sulla via Emilia, un ritorno prevedibile

Faenza | 30 Luglio 2013 Cronaca
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Erano diminuite, dopo l'ennesima raffica di coltrolli dei Carabinieri. Ma con l'estate (e forse anche prima) tutto è tornato quasi come prima. Prostituzione e via Emilia è un binomio ormai storico, che ha portato, negli anni, anche a qualche problema di sicurezza lungo l'arteria. Adiacente, poi, c'è la zona artigianale di Faenza sulla quale, nel 2010, il sindaco Giovanni Malpezzi aveva emanato un'ordinanza, vietando di fatto la circolazine delle auto dalle 22 alle 4 in via Volta, via Galilei, via Aldrovandi, via Dalle Fabbriche, via Finali e via Bufalini.

«Nononstante ciò - racconta Massimo Solaroli, della Papa Giovanni XXIII che ogni venerdì sera, con l'unità di strada dell'associazione porta loro cibo e vestiti -, le ragazze lavorano proprio sotto il cartello davanti al centro sociale. Solo quando passano le forze dell'ordine si nascondono dietro ai cancelli. L'ordinanza è limitata a 300 metri quadrati, d'altra parte non si può chiudere tutta la zona». Solaroli conferma che a prostituirsi in zona sono soprattutto ragazze nigeriane (7 o 8), «ragazze che hanno poche risorse personali e probabilmente ancora debiti da pagare con i protettori. Per questo accettano solo cibo e vestiti». Tranne una, informa il volontario, «che è uscita l'anno scorso: era incinta e l'abbiamo ospitata in una delle nostre case famiglia. Ora ha partorito, continua a vivere con noi». Segno che uscirne è possibile. Diverso il discorso per le ragazze che lavorano lungo la via Emilia, 4 o 5 nell'area a ridosso delle porte di Faenza (di fronte al mobilificio e al concessionario d'auto), la maggior parte delle quali arrivano dall'st Europa. «Quando arrivano le forze dell'ordine, poi, scappano nei campi. Alcune hanno invece preso in affitto anche una stanza in un albergo in città, così offrono un'opportunità in più ai loro clienti, un'idea "imprenditoriale" che potrebbe essere venuta non a loro, ma all'organizzazione che sta loro dietro». Molte di più infine le ragazze che si prostituiscono verso Castel Bolognese, sempre dell'Est.

IL RACCONTO
È la prostituzione del mordi e fuggi, del consuma, paga e scappa. E non conosce crisi, ferie o momenti di pausa. Ragazze, per lo più provenienti dall'est Europa o dall'Africa, continuano, anche in queste sere d'estate, a presidiare le postazioni lungo l'arteria che da Faenza porta a Imola. Per numero inferiori rispetto alle stagioni invernali, ma comunque presenti. A discapito delle «colleghe» che hanno deciso di raggiungere le capitali della notte estiva romagnola (Rimini e Ravenna) c'è chi ancora, in abitini succinti e minimali, continua a mostrare ed offrire la propria presenza anche a Faenza e Castel Bolognese. Giovani e giovanissime, che in alcuni casi di maggiorenne hanno solo una lontana parvenza, messe all'asta al miglior offerente per una fugace prestazione. Magari consumata nascondendosi tra le numerose e buie vie incrociano la via Emilia. E non c'è decreto Carfagna e ordinanza di sindaci che serva. Lo sfruttamento a fini sessuali dei sogni di ragazze straniere non ha tregua. A distanza di alcuni mesi dagli annunci fatti dai primi cittadini di «aver ripulito le strade dalla prostituzione» abbiamo constatato come il fenomeno sia ricomparso, come se fosse mai stato debellato, più forte che mai. Rumene, moldave, albanesi ma anche nigeriane e transessuali, questi ultimi sempre muniti di auto, presidiano infatti la via Emilia. Ore 21.30: il giro testimonianza comincia dalle parti della zona artigianale di Faenza conosciuta come Boaria 2. Zona periferica che da anni è soggetta al decreto di divieto di transito notturno firmato dall'allora sindaco Casadio e riconfermato da Malpezzi. Se in via Risorgimento nessuna presenza si avvista ecco che all'incrocio con via Galilei e via Righi prosperose ragazze, se ne contano quattro, per lo più nigeriane, lanciano baci virtuali ed ammiccano alle sparute e temerarie macchine in transito. Risalendo per via Boaria, poco distante dall'incrocio sulla via Emilia, questa volta ad aspettare un «passaggio» è una giovane ragazza dalla folta chioma nera, forse albanese. Arrivati sulla via Emilia, in direzione Castel Bolognese, la situazione non cambia. Subito imboccata la principale arteria viaria due presenze, vestite non certo in abiti distinti, si intravedono illuminate dalle luci della stazione Agip. Difficile capirne la nazionalità. Sempre nell'area di servizio, da una portiera semi aperta di un'auto in sosta fuoriescono due gambe, il primo transessuale della serata. Attraversando Pieve ponte un'altra macchina, con a bordo un transessuale, aspetta il primo cliente della serata. Sono proprio i transessuali che fino alle prime luci dell'alba arricchiscono il panorama stradal-umano di questa parte di Romagna faentina. Altre tre ragazze, rumene e albanesi, aspettano invece clienti all'incrocio con via Celle. Altra realtà puntellata di presenze femminili è invece Ponte del Castello. La piccola frazione posta a margine del torrente Senio registra diverse presenze, per lo più albanesi e rumene, dislocate tra l'incrocio con via Gradasso, via Zanelli e via Casanola. Presenze che si infittiscono arrivati a Castel Bolognese. Già all'altezza della discoteca «le Cupole» tre giovani prostitute, molto probabilmente albanesi, aspettano, ballando musica proveniente dai propri telefonini, ai margini della via Emilia. A destare una forte dose d'incredulità è la presenza di due donne, alte e prestanti, posizionate davanti al Conad e al Consorzio, a pochi metri dal centro storico. Superato l'incrocio con la strada provinciale 306, altre giovani prostitute ammiccano alle auto in passaggio. Piazzole presidiate al femminile al distributore Esso e a quello Pb, agli incroci con via Martiri Felisio, via Alberazzo, di fronte alla Cerdomus e lungo la strada alberata che corre parallela alla strada. Ore 22:30: il giro lungo la «notte calda» della via Emilia si conclude con la consapevolezza che, purtroppo, ancora molto ci sarà da fare per debellare questo disumano sfruttamento.
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Bisogna cercare di fermare quegli animali che li mettono per strada....distruggere i sogni di una ragazza, appena diventata donna é un insulto all'umanità, certa gente non merita nemmeno di soffrire.
Commenta news 06/11/2013 - Nicola
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