LUGO | Il Rossini 2013-14 con Branciaroli, Gassman, Battiston e la Familie Floz
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Tanta Inghilterra - in particolare tanto Shakespeare -, tanta qualità ancora una volta e tanto teatro contemporaneo, originale o rivisitato che sia. Con un considerevole anticipo rispetto all'usuale, il teatro Rossini di Lugo ha presentato la stagione 2013-14 che si annuncia di livello eccellente, senza sfigurare rispetto alla già notevole stagione precedente.
Le linee guida sono solide e solite («Il tentativo è portare a Lugo il meglio del teatro italiano del momento, con grandi interpreti, testi classici e di spessore» sintetizza il direttore Mauro Emiliani) e il calendario non sembra risentire della crisi, mentre lodevolmente i prezzi di biglietti e abbonamenti rimangono invariati.
La prosa partirà a novembre con Servo di scena dell'autore contemporaneo Ronald Harwood con il grande Franco Branciaroli (anche regista), impegnato in un ironico omaggio al teatro inglese e a Shakespeare in particolare. Il grande Bardo sarà ben più che evocato a dicembre, quando al Rossini arriverà il Riccardo Terzo riletto in chiave dark da Alessandro Gassman. Si tratta di una grande produzione, piuttosto originale e spregiudicata, passata dall'Alighieri di Ravenna in primavera. Fu invece portato in scena in anteprima in autunno a Faenza Oscura Immensità, impegnativo testo contemporaneo di Massimo Carlotto, sui temi della colpa e della redenzione, che riporterà Gassman a Lugo in gennaio, per dirigere - e in questo ruolo è stato apprezzatissimo dalla critica - due attori notissimi come Giulio Scarpati e il faentino Claudio Casadio, coinvolto anche in veste produttiva con Accademia Perduta.
Si tornerà su Shakespeare in febbraio con un lavoro originalissimo e rappresentato a Londra per oltre vent'anni. Si tratta di Tutto Shakespeare in 90 minuti, folle provocazione meta-teatrale che si propone esattamente di condensare le 37 opere del Bardo in un solo spettacolo. Che la cosa sia parecchio divertente lo certifica la presenza sul palco dei rodatissimi Zuzzurro e Gaspare. A marzo tornerà poi, a grande richiesta - e su queste pagine li consigliammo spassionatamente - la Familie Floz con le sue pantomime surreali, comiche e poetiche nello spettacolo simbolo Infinita. La stagione sarà chiusa dal classico di Oscar Wilde L'importanza di chiamarsi Ernesto, portato in scena da Geppy Gleijeses.
L'«Ultima Generazione» del Rossini partirà invece a fine ottobre con Giuseppe Battiston impegnato nella lettura di Italy di Giovanni Pascoli, con l'accompagnamento di Gianmaria Testa. A seguire Arca Azzurra Teatro proporrà una riduzione teatrale de Il Principe di Machiavelli, il Teatro della Cooperativa riporterà a Lugo un testo di Alan Bennet, Nudi e Crudi (dopo l'apprezzato The History Boys di Elio De Capitani) e il Teatro dell'Elfo rivisiterà invece Lewis Carroll con Alice Underground. In chiusura la danza: il Balletto Teatro di Torino proporrà una suite su Ciaikovski e l'Aterballetto si misurerà con quattro coreografie.
La stagione concertistica avrà per protagonista, come da tradizione, la Filarmonica Toscanini con direttori e innesti di spessore (da Lawrence Foster a Roberto Abbado, da Rinaldo Alessandrini alla pianista Maria Perrotta, che stregò il Rossini quando, incinta di nove mesi, suonò le Variazioni Goldberg di Bach) in programmi incentrati sulle più note composizioni Vivaldi, Ciaikovski, Mozart e Chopin. Fuori abbonamento, a fine novembre, il Rossini ospiterà anche il recital pianistico del filosofo faentino Pier Marco Turchetti dedicato a Spinoza.