FAENZA | Enologica verso Bologna, solo un'anteprima in città
Enologica, l'appuntamento regionale dedicato all'enologia lascerà Faenza per Bologna già dalla prossima edizione. E quello che emerge è sempre di più la possibilità che il salone del vino e del prodotto tipico dell'Emilia Romagna, nato a Faenza ormai quindici anni fa, possa prendere una direzione diversa da quella storica. Ci sono infatti voci, sempre più insistenti, che vedrebbero Enologica in partenza verso Bologna. Ipotesi non confermate ancora da nessuno anche se, come ci tiene a sottolineare Francesco Carugati di Faenza Fiere «è ancora prematuro per poter dare indicazioni certe. Abbiamo ipotesi in ballo da valutare, ma ci sono ancora tanti ostacoli da superare». Una riservatezza temporanea che se non conferma nemmeno esclude l'ipotesi e l'eventualità che l'evento enogastronomico e culturale più importante del territorio possa prendere una strada più emiliana che romagnola.
Chi sembra non si laceri le vesti nell'eventualità che questo possa accadere, ma anzi sta già lavorando per poter riempire l'eventuale vuoto lasciato, è l'amministrazione. In questi giorni, infatti, si stanno moltiplicando gli incontri tra uomini di punta dell'amministrazione e lo staff di Enologica (Francesco Carugati e Giorgio Melandri in primis) per capire cosa e come poter fare altrimenti. Ma in futuro anche altri potrebbero essere i soggetti coinvolti nella realizzazione dell'evento (dai ristoranti alle trattorie fino ad arrivare alla stessa cabina di regia). E da questi carbonari incontri già traspare anche un titolo "Tutti pazzi per Enologica". Ma siamo, per ora, a livello di ipotesi ed indiscrezioni. I motivi per la dipartita in terra emiliana dell'ormai ex salone faentino del gusto regionale sono diversi, «anche se le condizioni oggettive per continuare a farlo, quest'anno, ancora nella fiera ci sarebbero» lasciano intendere voci interne a palazzo Manfredi. Oltre alla questione location c'è l'esigenza di trovare un trampolino di lancio che possa far fare il salto di qualità ulteriore all'evento, cosa che oggettivamente lo spazio di via Risorgimento non è in grado di offrire. Una possibilità che il capoluogo regionale invece. La fiera di Bologna è una ribalta, ovviamente, più importante e forte ma come conseguenza diretta ha i costi di gestione che lievitano. A questo punto l'interrogativo che si apre è quello di capire se le cantine abbiano poi l'esigenza, la volontà e il diretto tornaconto di investire in questa nuova location. Al di là di questi ostacoli, che potrebbero far parte delle questioni ancora insolute evidenziate dallo stesso Carugati, Faenza non rimarrebbe a guardare. È in campo un'ipotesi, che dovrebbe essere seguita dall'assessorato alla cultura, di realizzare una sorta di anteprima di Enologica. Questa volta portando direttamente in centro eventi, manifestazioni, produttori e situazioni non legate esclusivamente all'universo enologico. Un abbraccio a trecentosessanta gradi al territorio gastronomico (sia produttivo che di trasformazione) con un'impostazione più culturale e meno fieristica. L'idea che sembra sempre di più prendere piede è quella di sfruttare diversi spazi, dalla stessa piazza ai loggiati fino ad arrivare al voltone della Molinella, per promuovere il cibo e il vino del territorio nel cuore stesso della città.