FAENZA | Life style Le Perle in crisi, apertura rimandata al 2014

A discapito del nome non sembra proprio brillare l'immediato futuro del Life style village «Le Perle». La struttura, che in città da tempo è stata ribattezzata come «l'outlet non outlet», sta trovando non poche difficoltà nel suo percorso di realizzazione. Tanto è che dal settembre 2012 ipotizzato come data di apertura al pubblico, secondo voci ben informate, oggi l'apertura sarà difficile ipotizzarla entro il 2013. Anzi c'è chi sbilancia, sindaco in testa, che «possiamo preventivare il taglio del nastro non prima della primavera 2014».

Tra le cause principali che hanno portato a questo slittamento c'è sicuramente la crisi economica. A questa va aggiunta anche la non facile reperibilità degli acquirenti degli spazi messi a disposizione per la vendita (ben 125 di cui venduti poco più del 50%). Spazi venduti dalla Promos, azienda bresciana da sempre specializzata in questo settore. Quelle appena elencate sono solo due delle cause che stanno portando ad uno spostamento in avanti della fine lavori. L'ultima tegola caduta sulla testa delle «Le Perle» è quella arrivata tra l'11 ed il 12 marzo scorso. A cavallo di questi giorni, infatti, è uscita la notizia della richiesta da parte di Unieco scrl, colosso delle costruzioni di Reggio Emilia nonché general contractor per la Faenza erre proprietaria del complesso, di aprire la richiesta per un concordato preventivo. Una mazzata che di fatto ha portato ad uno nuovo stop del cantiere facendo posticipare la data di apertura della cittadella dello shopping a data da destinarsi. «Abbiamo avuto conferma - ci tiene a sottolineare il sindaco Giovanni Malpezzi - che l'investimento (circa 80milioni di euro) delle Perle rimane una priorità per la società». Dopo un incontro avuto nelle settimane scorse con i vertici dell'Unieco, per avere delucidazioni sull'ennesima doccia fredda arrivata dalle parti di via Bisaura, l'unica certezza portatasi a casa da Malpezzi è che «le Perle si faranno». Anche se con notevole ritardo sulla tabella di marcia. Gli ultimi sviluppi negativi della vicenda risalgono a cavallo di fine anno. In questo periodo una crisi finanziaria ha attraversato il gruppo portando come diretta conseguenza ad una ricapitalizzazione dell'assetto societario. Iniezione di capitale che ha portato Unieco e Bertozzini costruzioni a crescere nella dotazione delle quote fino al 40% ciascuna. La terza socia, con il 20% delle quote, è invece l'immobiliare Afi Spa. Poi l'escalation di metà marzo con la richiesta ufficiale al tribunale del colosso reggiano di un concordato preventivo per la ristrutturazione del debito. Richiesta fuoriuscita dall'assemblea generale di Unieco al fine di richiedere il congelamento del patrimonio per un periodo compreso tra i 60 e i 120 giorni. Di fatto uno scudo alle richieste di pagamento che arrivano da fornitori e subappaltatori. Al di là dell'incertezza sulla questione giudiziaria, quello che oggi è certezza, se non l'unica, è che il cantiere faentino è fermo. E che la situazione non sia affatto rosea e positiva lo attestano alcuni fatti inequivocabili. In primis basta recarsi in via Bisaura per notare come nulla all'interno del cantiere si stia muovendo. Gran parte del complesso grezzo è stato realizzato ma mancano ancora parecchie e costose opere accessorie. Ma si può anche solo fare un salto su Facebook, alla pagina ufficiale del progetto del Lifestyle village «Perle di Faenza». Qui si nota immediatamente come l'ultimo post immesso risalga al maggio 2012. Quasi un anno fa.