Acmar: «I creditori accettano il piano». Fino al 15 giugno per eventuali opposizioni motivate, poi omologa in 15 giorni

Ravenna | 21 Maggio 2016 Economia
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«E’ un passaggio importante, di cui siamo molto soddisfatti, ma aspettiamo ancora la fine dei 30 giorni delle possibili opposizioni motivate per poter essere ufficialmente in concordato. Certo che l’accettazione del piano da parte del 93,604% dei creditori all’esame dello stato passivo (tra votanti e tacito assenso, ndr) fa ben sperare. Dopo in una quindicina di giorni dovrebbe arrivare l’omologa». Così il vice presidente Daniele Ghirardi illustra l’importante passaggio che la cooperativa edile Acmar di Ravenna ha vissuto nei giorni scorsi. Giovedì 12 maggio, infatti, sono scaduti i 15 giorni di proroga concessi dal giudice Alessandro Farolfi dopo l’adunanza dei creditori per l’esame dello stato passivo del 22 aprile scorso.
«Gli appalti vanno ancora al rallentatore, ma qualcosa continua a muoversi e fra un mese e mezzo ci sarà più libertà d’azione a livello burocratico: sicuramente i commissari controlleranno che venga rispettato il piano, ma non dovremo più attendere l’approvazione di ogni singolo atto - continua Ghirardi -. Abbiamo mantenuto in essere i maggiori contratti di manutenzione storici che abbiamo a Ravenna (Versalis, Sapir, Autorità portuale e altri) e nel territorio regionale (alcune zone ravennati con Hera e dall’anno scorso Autostrada Spa nella zona bolognese). Finalmente si è sbloccato l’appalto che avevamo vinto ad Aprilia per la costruzione di 88 appartamenti per Ater di Latina, mentre continuiamo a lavorare molto nella zona de L’Aquila con sottoservizi per ristrutturazione o rifacimento di alcuni edifici. Recentemente abbiamo vinto un importante appalto per la manutenzione di edifici civili di Rfi a Napoli tramite il Ccc e sembra che a L’Aquila possiamo ottenere a breve nuovi lavori».
Il momento più difficile sembra alle spalle, ma Ghirardi non è d’accordo: «La parte più dura sarà quando a fine ottobre scadrà la cassa integrazione e saremo purtroppo costretti a mettere mano al personale - conclude -. Saranno le scelte più difficili, ma purtroppo il lavoro che abbiamo è molto inferiore rispetto al passato. Per il 2016 abbiamo più di 60 milioni di lavoro in portfolio e per il 2017 già 50 milioni. Numeri importanti, ma inevitabilmente da affrontare con meno personale per il momento».
«Quando avremo l’ufficialità sul fatto che sia in concordato, faremo un incontro con i lavoratori, poi valuteremo come procedere», taglia corto Davide Conti, segretario della Fillea Cgil, dopo che nei mesi scorsi l’assemblea aveva «congelato» l’ipotesi di uno sciopero contro i tagli annunciati dalla cooperativa.

Christian Fossi - Foto Massimo Fiorentini
economia@settesere.it
 
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