Innovazione, Fondazione Flaminia il collegamento tra i tecnopoli e le imprese

Ravenna | 08 Maggio 2016 Economia
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«I tecnopoli devono instaurare un rapporto stabile con le imprese per valorizzare la conoscenza e non disperdere i significativi investimenti in infrastrutture e attrezzature di questi anni. Non basta avere in organico e formare un buon gruppo di ricercatori per qualche anno con i fondi europei: dobbiamo essere in grado di confermarli garantendo un rapporto continuativo con le aziende del territorio. Per questo stiamo lavorando, per diventare un punto di riferimento e connessione tra l’Università e le imprese». Così il direttore Antonio Penso illustra i progetti della Fondazione Flaminia come Centro per l’innovazione all’interno della Rete Alta Tecnologia promossa dalla Regione Emilia Romagna.
«L’obiettivo dei tecnopoli è sviluppare il trasferimento tecnologico alle imprese - specifica Penso -. I bandi sono fondamentali per partire, ma non sono sufficienti. Il nostro obiettivo è da un lato quello di aiutare i Ciri (i centri interdipartimentali per la ricerca industriale che sono strutture accademiche di ricerca trasversali, ndr) a contattare le imprese e dall’altra dare alle aziende la possibilità di capire quali sono le innovazioni potenzialmente a loro disposizione. Inoltre è fondamentale allineare le tempistiche universitarie a quelle delle imprese».
Insomma la Fondazione Flaminia, all’interno della rete di Aster, vuole facilitare l’incontro tra domanda e offerta tecnologica. «In questo modo si rafforzerebbe in maniera decisa la relazione tra università e territorio»
Accreditata da fine 2015 come centro regionale per l’innovazione, la fondazione «in questi mesi ha eseguito una mappatura dettagliata delle competenze e delle risorse presenti nei vari Ciri e ora siamo pronti - continua Penso - a partire sulle tematiche dell’innovazione con le imprese. Ad esempio sul tema dell’oil&gas abbiamo riunito attorno a un tavolo con l’Università e le principali realtà del settore per ragionare sulla laurea magistrale dell’offshore, ma anche per capire quali sono i bisogni delle aziende del settore in termini di tecnologia. Lunedì 2 maggio scorso abbiamo aggiornato le associazioni di categoria su questo tema in quanto socie e andremo ad incontrarle singolarmente. Abbiamo avviato una collaborazione, in qualità di partner, con Colabora e Cresco, e da diversi anni abbiamo attivato progetti per creare cultura d’impresa tra gli studenti, come ‘Enterprise’ nel settore dei beni culturali con Cna e il Dipartimento di Beni Culturali di Unibo».

Christian Fossi
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