E' uscito il nuovo libro di Massimo Padua, «Attitudine alla notte»

Federica Ferruzzi
E' uscito il 24 marzo «Attitudine alla notte» (Runa editrice), il nuovo lavoro del ravennate Massimo Padua. Questa volta l'autore di «La luce blu delle margherite» si cimenta in un thriller noir anche se le etichette, quando si parla dei suoi libri, non sono mai facili da mettere.
Padua, cosa ci dobbiamo aspettare dal nuovo lavoro?
«In questo libro riprendo alcuni elementi di narrativa gotica, tra cui molti aspetti sovrannaturali. Tengo a precisare che il lavoro è fondato su un impianto realistico, aspetto che secondo l'editore rappresenta uno dei punti di forza del romanzo. Il protagonista, Gabriele, è un uomo che subisce una trasformazione e comincia a percepire il mondo e gli oggetti che ha intorno in maniera diversa. Il suo primo pensiero è che stia impazzendo, in realtà nella seconda parte del libro scopre che gli è accaduto qualcosa che non può realmente concepire. Per scriverlo ho cercato di pensare a cosa succederebbe se nella realtà una persona venisse trasformata a sua insaputa. A fare da contorno c'è il suo migliore amico, che di punto in bianco scompare: tutto sembra essere riconducibile ad un evento di qualche mese prima, quando conobbe un altro personaggio importante del libro, una donna a dir poco ambigua...».
Come si struttura il libro e quando l'ha scritto?
«Il romanzo è suddiviso in tre parti, che compongono i tre gradini che porteranno il protagonista ad una trasformazione completa. E' ambientato sempre di notte, dall'inizio alla fine. Qui la luce del giorno non si vede mai. A dire il vero l'ho scritto in diversi anni, prendendolo in mano più e più volte. Due anni fa l'ho spedito agli editori, ma poi mi sono fermato per riscriverlo. Una volta terminato l'ho rispedito, e alla fine un editore mi ha quasi obbligato a pubblicarlo: insieme abbiamo rivisto la trama e poi, finalmente, è andato in stampa. A dire il vero non pensavo neanche di pubblicarlo, perché ho un cassetto pieno di romanzi che non vorrei dare alle stampe. Inoltre detesto seguire le mode e se l'avessi proposto all'epoca in cui è stato scritto, quando c'era il boom di questo genere, mi sarei snaturato. Sono sempre fuori tempo, ma va bene così».
Quanto c'è di lei nel protagonista?
«Di me c'è poco, molto poco, perché ho cercato di prendere le distanze dal mio personaggio. Gabriele è disilluso, un po' simile al protagonista del libro precedente, 'L'ipotetica assenza delle ombre'. Questo è un romanzo gotico, vagamente horror, ma può avere diverse chiavi di lettura, compresa quella filosofica. L'idea è stata quella di realizzare una sorta di metafora sui diversi aspetti della famiglia intesa come clan, dove vigono regole ferree ed indiscutibili. Si parla di una famiglia non tradizionalmente intesa, con mamma, papà e figli, ma di un gruppo di persone che condivide gli stessi, seppur discutibili, interessi. Lo ritengo un libro sulla capacità di riconoscere ed accettare i mostri che sono dentro di noi».
Massimo Padua presenterà il suo libro il 2 aprile alle 18 alla libreria Liberamente di viale Alberti. Il 9 sarà ad Alfosine al Caffè del Corso alle 18.30.