I commercianti di piazza Kennedy: "Qui non si muove niente"
Cristina Lelli e Claudio Romoli, proprietari della Reale Camiceria che si affaccia su piazza Kennedy, non ce la fanno più. Da mesi si trovano con un cantiere bloccato davanti al negozio, dove si accumulano terra e materiali che dovrebbero essere utilizzati per comporre la nuova piazza ma che, al momento, rimangono immobili. «Dopo una nostra segnalazione - racconta Lelli - venerdì scorso per qualche ora i lavori sono ripresi, ma poi tutto è tornato immobile. Mesi fa avevamo letto che, entro Pasqua, l'Amministrazione avrebbe riconsegnato una porzione della piazza, ma visto come stanno andando a rilento i lavori, lo ritengo a dir poco impossibile». Nulle, o quasi, le comunicazioni da parte dell'Amministrazione. «Una risposta precisa ai cittadini che lavorano qui non viene data e il sito on-line non viene aggiornato da febbraio». E i clienti, tutti i giorni, ripetono la stessa domanda. «Chi entra in negozio ci chiede cosa succederà e quando verrà riconsegnata la piazza che oggi sembra un campo bombardato. Prima era un brutto parcheggio? Bene, ma almeno era un parcheggio, mentre oggi, dopo otto mesi, cos'è? Noi non siamo qui a lavorare perchè non sappiamo cosa fare: dietro a queste vetrine ci sono famiglie che devono far fronte a spese e ad esigenze quotidiane». A lamentare scarsità di informazioni è anche il collega Andrea Neri, che ha aperto da pochi mesi un negozio di abbigliamento in via Rasponi, la strada che porta alla piazza. «A volte dicono che andranno avanti con gli scavi, altre che si fermeranno - racconta il commerciante -: quello che ci lascia basiti è il fatto che non si vedano quasi mai i lavoratori, sono sempre fermi». «Mi chiedo - conclude Lelli - a chi giovi tenere la piazza in questo stato, non sono abbastanza intelligente per capire i risvolti che ha l'abbandono di quest'area. Sono molto disgustata da questa città, non immaginavo di tornare a Ravenna e di trovare una situazione di questo genere. Mesi fa l'Amministrazione ci ha anche detto che non avrebbe chiesto nulla per l'occupazione di suolo pubblico in caso avessimo voluto organizzare qualcosa, ma cosa potremmo mai organizzare su un cumulo di macerie?».