Finanza sequestra yacht. Il proprietario, svizzero, evadeva l'iva

La Guardia di Finanza di Ravenna, ha sequestrato uno yacht di oltre un milione di euro ad un imprenditore elvetico del settore immobiliare. Lo yacht di quasi 30 metri, battente bandiera svizzera, tra i più grandi natanti ormeggiati nel molo turistico ravennate, non è passata inosservata agli occhi dei finanzieri. I preliminari accertamenti (rilievi fotografici, appostamenti e sopralluoghi presso il porto di Marinara) condotti dai finanzieri della Sezione Operativa Navale di Marina di Ravenna sono stati approfonditi dai finanzieri del Gruppo di Ravenna che si occupano dei controlli fiscali in terraferma (con particolare attenzione agli aspetti di diritto doganale). L’analisi dei documenti si è focalizzata sul regolare adempimento degli obblighi comunitari a cui sono soggette le merci ed i beni extra europei. La normativa comunitaria prevede infatti che un’imbarcazione battente bandiera extraeuropea, entro 18 mesi di permanenza nelle acque comunitarie, debba lasciare il territorio oppure, dopo un anno e mezzo, avviare l’iter per pagare le dovute imposte. Le Fiamme Gialle hanno scoperto che l’immobiliarista svizzero, invece, aveva ormeggiato stabilmente il suo yacht a Ravenna per trascorrervi brevi periodi di vacanza durante l’anno, senza mai uscire dal territorio italiano. L’uomo ha provato a giustificare la sua posizione fornendo le prove del pagamento dei tributi in altro paese comunitario, ma l’approfondimento della documentazione esibita ha vanificato i suoi sforzi.
Appurato il mancato pagamento delle imposte dovute, il magnate svizzero è stato denunciato alla Procura di Ravenna e lo yacht messo sotto sequestro, a disposizione dell’autorità giudiziaria per la successiva confisca, come previsto dalla normativa doganale. Il provvedimento cautelare sulla barca è stato prima convalidato dal giudice per le indagini preliminari e poi, a seguito dell’istanza di riesame presentata dall’armatore elvetico, confermato dal Tribunale del riesame di Ravenna che ha condiviso la posizione e l’impostazione giuridica della Procura della Repubblica di Ravenna.