Fabio Zaffagnini porta i Rockin’1000 a Courmayeur

Romagna | 29 Luglio 2017 Appuntamenti
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Federico Savini

«Sarà un vero esperimento. Sai com’è, noi se non ci complichiamo la vita non siamo contenti…». In effetti, ritrovarsi in mille per suonare una canzone di Foo Fighters al solo scopo di farli venire a Cesena - con successo, per giunta – per poi organizzare un intero concerto con un’orchestra di mille musicisti («That’s Live») non sono esattamente idee «convenzionali». E quindi, che il gusto per l’avventura non difetti a Fabio Zaffagnini, fusignanese-cesenate alla guida del progetto Rocklin’1000, s’era capito e a dimostrarlo in modo perentorio sarà il Summer Camp che venerdì 28 e sabato 29 si terrà nella Val Veny, a Courmayeur, in uno spettacolare scenario montano che vedrà esibirsi ancora una volta i Rockin’1000, per il «terzo step» di una delle operazioni mediatico/musicali (diciamo così, mancano francamente i termini di paragone) più intriganti e riuscite dell’era dei social network.

Sarà un week-end di festa e musica, con campeggio, mercatino, area bimbi, una rassegna cinematografica ad-hoc e ovviamente due grandi concerti con le prove aperte al pubblico. Venerdì 28 dal pomeriggio alla notte il grande evento sarà «The Big Fire», la prima grande session in acustico dei Rockin’1000, con tanto di jam aperta anche al pubblico, novità assoluta dagli esiti imprevedibili. Sabato 29 la celebrazione dell’epica della musica rock si concretizzerà nel «Medley Experience», tre lunghe suite con canzoni che hanno davvero fatto la storia, affidate all’orchestra più numerosa di sempre.

«In questi giorni si dorme poco – commenta Zaffagnini, tra una prova e l’altra -, ma il luogo in cui ci troviamo è strepitosamente bello e siamo motivatissimi».

Come avete scelto Courmayeur?

«Cercavano un luogo naturalisticamente bellissimo e apparentemente irraggiungibile, ma in realtà ben servito vista la quantità di persone da accogliere e l’esigenza di installare qui un vero e proprio villaggio. L’amministrazione di Courmayeur si è dimostrata interessata ad un evento dei Rockin’1000 ed è stata molto disponibile, questo posto ha tutte le caratteristiche che cercavamo»

Alla fine in quanti suoneranno?

«Il numero approssimativo dei musicisti è 1120, da tutto il mondo. Circa la metà suonarono già a Cesena in “That’s Live” e abbiamo ragazzi che vengono dall’America al Bangladesh, dalla Giamaica alla Norvegia, dal Libano a una vera delegazione, di oltre 30 ragazzi, da Francia e Germania (sono oltre 40 i musicisti della provincia di Forlì-Cesena, come pure da quella di Bologna, oltre 20 da Ravenna, nda)».

Oltre a quella logistica, la sfida è anche musicale…

«Sì, in scaletta ci sono canzoni come Good Vibrations dei Beach Boys e Bohemian Rhapsody dei Queen, tra le più complesse della storia del rock, per di più in mezzo a lunghe suite. Farle suonare a mille musicisti è proprio una sfida, vogliamo stupirci noi per primi. Ovviamente chi suona ha studiato i pezzi e arriva preparato, ma il risultato non è scontato».

E lo vedremo in video?

«Sì, anche stavolta realizzeremo tanti video (in regia c’è la cervese Anita Rivaroli, nda

Per la sessione acustica funzionerà allo stesso modo?

«Organizzativamente sì, ma anche nel caso di “Big Fire” parliamo di una novità. Gli strumenti non saranno amplificati e non useremo cuffie per sincronizzare i musicisti, siamo molto curiosi di vedere come andrà a finire. E al falò potrà unirsi il pubblico».

Questa volta annullate del tutto la distanza tra musicisti e pubblico…

«Abbattere questi confini è dall’inizio un nostro desiderio. Il format di “Summer Camp” è pensato per stare tutti insieme due giorni, più vicini possibile».

I Rockin’1000 sono figli dei social network. E’ sbagliato, però, vederli come un progetto «sociale» più che «social»?

«Tutt’altro, mi ci ritrovo. Senza il web sociale questo progetto non sarebbe esistito, non avremmo potuto coinvolgere i musicisti, organizzare gli eventi e promuoverli. Credo che veicolare l’incontro sia il modo migliore di usare i social, proprio allo scopo di vedersi davvero in un secondo momento. La vera condivisione deve superare il monitor, fare musica insieme è il vero obiettivo».

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