Basket B Nazionale, tutti i motivi della crisi dei Blacks Faenza: Garelli-«Lote», la musica è la stessa

Romagna | 21 Gennaio 2024 Sport
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Valerio Roila
L’etimologia della parola «crisi» non porta necessariamente a definizioni negative, ma piuttosto a momenti decisivi come «scelta», «distinzione». In senso più ampio, «valutare o giudicare». E nella grammatica cinese, per creare l’ideogramma «crisi» vengono associati «pericolo» e «opportunità». Spunti interessanti da cui partire per affrontare un periodo negativo, senza farsi avviluppare dalle spire di una passività che può portare a paure paralizzanti: smettere lo stretto abito che tiene ingabbiata la mente e provare a cogliere l’opportunità serve per riemergere in superficie e passare ad un livello superiore. Questo il passaggio che sono chiamati a compiere i Blacks, fermi ad un mesto bilancio di 9 vinte e 9 perse in campionato, dopo i proclami di inizio stagione. Si rendono necessarie analisi a 360 gradi, per poter scegliere, distinguere, valutare e giudicare, schivare il pericolo e cogliere l’opportunità.

ALLENATORE
Il cambio di guida tecnica ha apportato finora benefici limitati: immediati ma non duraturi. Alla partenza con il botto con Chieti e all’exploit con la capolista Ruvo, non hanno dato seguito risultati scintillanti, soprattutto sul piano del gioco e del morale. Tanto che, con un numero di partite ormai comparabile guidate da Garelli e da Lotesoriere, il conto è ora in pari: 5-5 per il primo, 4-4 per il secondo. Anche se, ad onor del vero, al subentrante è toccato un calendario con un numero maggiore di trasferte (cinque in otto partite), rispetto all’esonerato, che aveva tale conto in pareggio. Sul parquet si sono apprezzate novità difensive, con l’adozione di sprazzi di zona, un’opzione precedentemente mai esplorata dato il credo tattico di Garelli, ed offensive, con spaziature migliorate e tentativi diversi fatti in cabina di regia, con ricorso maggiore all’estro di Vico (4 minuti di utilizzo medio in più con Lote) a scapito di Galassi, così come per provare a sfruttare maggiormente il dinamismo di Papa (passato dai 22’ medi di Garelli ai 28’ attuali, rubandone ad Aromando e, soprattutto, Poggi). Ma la tenuta mentale della squadra è rimasta allo stesso livello: alle prime difficoltà i Blacks si sfaldano e faticano a riprendere in mano il controllo del gioco.

ATTACCO
Batte in testa la fase offensiva dei neroverdi. Sono 73 i punti medi segnati, in calo nella gestione Lotesoriere rispetto a quella di Garelli. Il problema principale lo rivelano le cifre: Faenza è terzultima nel girone nel tiro dall’arco (29.9%), quando l’anno scorso chiuse la regular season al quinto posto (34.5%). Per quanto si voglia fare i «passatisti», le triple sono diventate un’arma fondamentale nel basket odierno. E non è un caso che la prima della classe, Ruvo, stia tirando con il 40% dalla massima distanza. Senza percentuali rilevanti nella specialità, le avversarie tendono a chiudersi in difese a zona, ad abbottonarsi, a limitare gli show difensivi nei pick and roll, ad evitare di coprire il punto più debole, quello negli angoli, lasciando sguarnita l’area. E gli attacchi diventano bolsi, ripetitivi, infruttuosi, vanificando anche il buon lavoro a rimbalzo offensivo. Il problema può essere ovviato agendo in modo efficace dall’altra metà del campo.

DIFESA
L’aggressività della retroguardia, quella che è stata il marchio di fabbrica delle ultime stagioni dei Raggisolaris, è ora un pallido ricordo. L’azione sulle linee di passaggio, che aveva fruttato il miglior dato del girone l’anno passato nelle palle recuperate, è diventata merce rara, e non consente alla squadra quella fluidità nelle ripartenze e nella transizione che potrebbe snellirle l’animo e sgravarne l’opera offensiva. Anche la reattività nelle rotazioni e negli aiuti è parsa spesso pigra, così come la protezione del proprio tabellone a rimbalzo, statistica dove Faenza è passata dalle stelle (quarto dato nella scorsa stagione) alle stalle (terzultimo in questa).

TIFOSERIA
Passata nel giro di qualche mese dall’esaltazione allo sconforto. I primi vagiti di dissenso si stanno trasformando, sui social, in un’onda scura montante. Le facili ironie basate sul «claim» della campagna abbonamenti («sempre più forti») si sono mischiate alle critiche per l’esonero di Gigi Garelli ed ai richiami al massimo impegno per i giocatori. Ritrovare continuità dei risultati potrà permettere di riconnettersi al mood della tifoseria e riconciliare passione con legittime soddisfazioni.
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