Intervista a Carlo Dalmonte, presidente di Confcooperative Ravenna: «Da stampella a gamba dell’economia»

Ravenna | 01 Maggio 2017 Economia
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«Non vogliamo limitarci ad essere la stampella dell’economia, ma vogliamo diventarne la gamba. Spesso la cooperazione è definita ‘anticiclica’ cioè una sorta di ‘ammortizzatore sociale aggiunto’ che si attiva quando le cose vanno male. E’ vero, lo siamo stati e lo siamo, ma vogliamo essere qualcosa di più: vogliamo essere proattivi, quindi non solo la stampella pronta a mettere in moto tutti i processi possibili quando ci sono i disastri, come ad esempio le cooperative nate dai cosiddetti workers buyout, ma essere più attivi. Sicuramente, in questi anni di crisi, abbiamo dato delle risposte occupazionali molto importanti. L’Alleanza? Procede coi suoi tempi». Carlo Dalmonte, presidente provinciale di Confcooperative, ha le idee chiare su dove deve andare il mondo che rappresenta, ossia verso un protagonismo in ambito economico dettato più dai risultati e dalle evidenze che dalle ambizioni fine a sè stesse.
Agroalimentare, welfare e lavoro sono i vostri punti forti. Come vanno?
«Nell’agroalimentare il mondo cooperativo è sicuramente protagonista e, in generale, pur con qualche eccezione le risposte economiche sono migliori rispetto alle annate precedenti senza dimenticare, in particolare qui in Romagna, che le cooperative concorrono in maniera determinante a sostenere il valore delle produzioni anche rispetto al mercato privato.  L’altro settore su cui vogliamo dire molto e diremo molto è il welfare. Qui, anche in questi ultimi anni si sono creati nuovi posti di lavoro e sono convinto che ciò possa accadere anche nel prossimo futuro: è il terreno di confronto tra pubblico e privato dove la cooperazione ha il merito di avere costruito un’area di lavoro che non esisteva. Abbiamo fatto in modo che i bisogni diventino impresa: è un merito che ci dobbiamo prendere. Ed è ora di smettere di dire che le cooperative lucrano sui bisogni: ci sono, ci organizziamo una risposta insieme al pubblico e siamo pagati come tutti quelli che lavorano. C’è ancora tanto da fare sulle cure alla persona: dalla nascita fino al declino. E’ nel confronto con ‘il pubblico’, anche in seguito alle mutate ‘regole d’ingaggio’ che il mondo cooperativo può essere ancora più protagonista sia sotto il profilo progettuale che strutturale, mettendo in campo le competenze acquisite in molti anni di attività in ‘prima linea’. Ad esempio si sta lavorando e progettando per essere pronti sulle prossime importanti scadenze legate ai servizi ambientali».
Il mondo legato all’edilizia è in crisi. Le cooperative d’abitazione?
«Sull’abitazione in questa provincia abbiamo fatto cose importanti, segno di una buona progettualità e di cooperatori accorti».
Sul credito ci sono grandi cambiamenti. Le piacciono?
«C’è una forte delusione per non essere riusciti a creare un unico gruppo bancario cooperativo. Avremo due soggetti ancora piccoli rispetto alle dimensioni internazionali del mondo della finanza che, mi sembra del tutto evidente, non perdona. Aver perso l’occasione per costituire il terzo gruppo bancario del Paese, francamente lo ritengo una sconfitta clamorosa per noi cooperatori, mi auguro che in futuro ci sia ancora possibilità di riaprire la vicenda».
Cosa ne pensa delle fusione tra Bcc Ravennate-Imolese e Forlì?
«E’ un processo positivo e intelligente, nel senso che dà risposte concrete, convenienti e orientate al futuro che è quello che i soci si aspettano dalle loro strutture cooperative».
State puntando molto sulla formazione.
«E’ un aspetto che consideriamo importante, meglio, indispensabile su cui continuiamo ad investire molto nella consapevolezza che per diventare bravi dirigenti non si deve ‘finire mai di imparare’. Ecco perché investiamo tanto in formazione; ad esempio con il percorso ‘AltaMente’ abbiamo utilizzato docenti di primo piano e, naturalmente il riscontro da parte dei nostri dirigenti è stato molto forte. Inoltre siamo molto soddisfatti delle proposte fatte sull’alternanza scuola/lavoro che stanno riscontrando un interesse nelle scuole superiori della provincia e una risposta molto positiva da parte delle nostre associate. Noi siamo da tempo impegnati ad affrontarlo in maniera strutturata con la cooperativa Ricercazione; oggi molte cooperative hanno aderito fornendo disponibilità all’accoglienza degli studenti. E’ uno degli ambiti in cui come associazione ci stiamo impegnando molto: siamo convinti che il futuro passi anche di qui».

Christian Fossi
 

I numeri

Imprese associate: 228.
Posizioni associative: 95.891.
Occupati: 10.545.
Valore della produzione: 2.037 milioni di euro (divisi nei seguenti settori: 1.329 milioni Fedagri, 367 milioni Federlavoro e servizi, 146 milioni Federsolidarietà, 102 milioni Federcasse, 80 milioni Federconsumo, 9 milioni Federcultura turismo e sport, e 4 milioni Federabitazione).
Patrimonio netto: 645 milioni di euro.
Capitale sociale: 124 milioni di euro.
Riserve indivisibili: 514 milioni di euro.
Prestito sociale: 86 milioni di euro.
Ristorno: 2,5 milioni di euro.
 
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