Il Pd "resiste" dopo la scissione, sala Strocchi piena, le nuove gerarchie
Orfani (liberi) dei padri (padroni) Errani e Fiammenghi, i Democratici ravennati si stringono in una calorosa e rassicurante serata, riempiendo la sala Strocchi che era stata solo una settimana fa teatro della "svolta" di Vasco Errani. Meno telecamere ma più cittadini rispetto a sette giorni fa, in un'assemblea che ha anche simbolicamente ridefinito le gerarchie interne al Partito democratico.
Nel merito sono arrivati appelli all'unità, a fare le proprie battaglie all'interno del partito, che dovrà essere sempre più plurale per tentare di accogliere (leggi trattenere) il numero più elevato di iscritti ed elettori, in un momento in cui l'appeal degli "scissionisti" può ancora fare breccia, soprattutto in una terra dove il renzismo,se si esclude l'enclave faentina, non ha mai fatto troppi proseliti.
Così è stato Michele De Pascale, sindaco di Ravenna, ad intestarsi l'iniziativa e ad aprire i lavori, con un discorso appassionato sull'unità del partito e a "selezionare" la scaletta dei principali interventi. Dopo il suo appello sono stati il deputato Alberto Pagani ed il sindaco di Lugo Davide Ranalli a rafforzare "la linea": non lasciare il Pd, ma anzi rimanere e discutere e confrontarsi di più in nome della sinistra "perchè il Pd è la sinistra". "Inclusione" è stata la parola di gran lunga più citata da molti, fra cui la segretaria Eleonora Proni e l'assessore regionale Andrea Corsini. Testimonianze esperte sono arrivate da alcuni rappresentanti dei circoli territoriali, molto applauditi. Nei primi 15 interventi non ci sono state tracce di "renziani", a parte l'assessore Fagnani. In sala una delegazione faentina composta dal senatore Stefano Collina, dalla consigliera Manuela Rontini e dal sindaco Giovanni Malpezzi, ma nessuno di loro ha preso la parola, almeno nelle prime due ore e mezzo di confronto; solo a tardissima sera e' intervenuto Collina.
Il corpo del partito quindi tiene, soprattutto fra gli amministratori locali: presenti infatti molti sindaci del territorio (Daniele Bassi Massa Lombarda, Luca Piovaccari Cotignola, Luca Coffari Cervia, Nicola Pasi Fusignano, Mauro Venturi Alfonsine). In sala anche alcuni esponenti dell'economia della città: il direttore della Cna Massimo Mazzavillani, il presidente della Cmc Massimo Matteucci, oltre agli ex sindaci Matteucci e Mercatali.
Qualche assenza invece si è notata nel Pd: mancava il segretario comunale di Ravenna "Giangi" Baroncini, non pervenute le responsabili territoriali della Bassa Romagna (Linda Errani) e della Romagna faentina (Federica degli Esposti): tutti intenti a riflettere sul cosa fare, ma con un piede già fuori dal partito anche da loro diretto, che paradosso. (m.p.)