Porto, parla l’avvisatore marittimo Daniela Gentili: «Abbiamo numeri da grande scalo, però mancano le infrastrutture»

Ravenna | 20 Gennaio 2015 Blog Settesere
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E’ colei che controlla, 24 ore al giorno, chi entra in porto, riconoscendo e segnalando le partenze e gli arrivi delle navi mercantili, fornendo così informazioni di ogni genere in tempo reale e collegando tutti i soggetti che gravitano intorno al porto. Daniela Gentili è avvisatore marittimo al porto di Ravenna da più 30 anni, un amore nato quasi per caso che l’ha portata a conoscere a fondo il nostro scalo. Ecco le sue impressioni sull’anno appena passato e sul 2015.
Può fare un primo bilancio su come è andato il porto nel 2014?
«Ci sono i numeri che parlano da soli: le imbarcazioni transitate a Ravenna sono passate dalle 4.379 del 2013 alle 4.429 del 2014 con un aumento della stazza lorda di circa tre milioni di tonnellate e di quella netta di quasi un milione. Mi sembra meglio, ma non ho ancora disponibili le statistiche. Qualcosa si è mosso rispetto all’anno scorso veramente difficile, anche se non tantissimo, e non mi sembra che abbiamo grossi numeri di navi in più. Inoltre credo che in questo momento manchi una certa grinta, non c’è fervore. Ravenna è uno dei porti clou per l’edilizia, ma è ancora tutto fermo. E non è poco. Una volta facevamo navi e navi di argilla per il modenese, e per tutto quello che riguardava questo settore. Adesso arriva poco o niente, siamo ancora a livelli bassi. Hanno ripreso un po’ i coils, ma niente a che fare con i numeri dei tempi d’oro».
Venezia è un porto concorrenziale per Ravenna?
«No, non penso: Venezia ha parecchi problemi, l’unica cosa che ha è un bel circuito. Esci dal porto e sei dappertutto. Sono trent’anni che si parla di infrastrutture per Ravenna purtroppo ancora impieghiamo un’ora e mezza per andare a Bologna. Abbiamo numeri da porto di rilevanza nazionale, nonostante non ci siano infrastrutture e logistica adeguate. Facciamo i numeri perché siamo romagnoli, ma anche questo valeva di più un tempo, ora serve altro».
Potremmo diventare uno dei porti di riferimento per l’Expo nel 2015?
«Come porto me lo auguro, come città bisognerebbe. Siamo conosciuti in tutto il mondo come città, ma siamo distanti dalle principali vie di comunicazione. Il problema è sempre quello dell’intermodalità. Ci vogliono mezzi e strutture efficienti, puntuali per i collegamenti. Non siamo a Katmandu».
Ha fiducia nei lavori del progettone?
«Vorrei averla. Spero che il presidente dell’Autorità portuale resti, terminando il proprio mandato con l’avvio dei lavori di adeguamento del porto. Sarei delusa se accadesse il contrario, perché scatterebbe il commissariamento prima che fosse nominato il successore. In questi casi si bloccherebbe tutto e si potrebbero fare solo le cose di ordinaria amministrazione, come è successo in vari altri porti d’Italia. In conclusione, auspico e chiedo che il Progettone possa partire al più presto con i previsti finanziamenti, dimostrando così che il porto di Ravenna e i suoi operatori sono in grado di competere a livello nazionale e internazionale».

Elena Nencini
cultura@settesere.it

FOTO DI MASSIMO FIORENTINI

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