Sapir, il presidente Matteo Casadio: «Noi in Borsa? Ipotesi surreale, meglio le merci sui treni che l’E55»

Ravenna | 02 Novembre 2014 Blog Settesere
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«Sapir in Borsa? Non mi pare proprio il momento più adatto, anche se il Governo dovesse dare il via libera alla quotazione delle partecipate statali. Dopo gli espropri per realizzare ‘il progettone’, perderemo un patrimonio importante. Comunque tratteremo fino in fondo il prezzo con l’Autorità portuale, quelli erano terreni su cui puntavamo per progetti di rilievo».
Matteo Casadio, presidente della Sapir, non è affatto in linea con le affermazioni fatte dal vicesindaco Mingozzi al nostro settimanale (sul numero del 10 ottobre scorso) che auspicava ipotesi di eventuali quotazioni future. Anzi, le riflessioni di Casadio sono molto caute sul futuro della Sapir. «Il momento è delicato anche se i dati degli ultimi trimestri sono positivi. Il traffico merci cresce, c’è una flessione dei container, per quanto ci riguarda abbiamo una parte anteriore davanti alla banchina ancora insabbiata, qualche problema c’è».
Presidente, crede possibili i cantieri per i fondali a metà 2015?
«Lo spero proprio. Da due anni siamo fermi al Cipe, abbiamo ripetuto in tutte le sedi possibili come la realizzazione del ‘progettone’ sia indispensabile per il futuro del porto. Anche per questo noi andremo incontro agli espropri di terreni richiesti dall’Autorità portuale».
Vi aspettavate una richiesta del genere dall’Autorità?
«No, non erano previsti, non ne avevamo mai parlato, ma visto che teniamo molto all’approfondimento dei fondali faremo questo sacrificio, ovviamente trattando un prezzo congruo. Ho il dovere di tutelare i nostri azionisti (il 49% di Sapir è in mano ai privati, ndr)».
Per quanto riguarda le infrastrutture, sempre il vicesindaco Mingozzi ritiene ancora centrale la realizzazione dell’E55. E’ così anche per voi?
«A mio avviso per quell’opera, di cui si parla da svariati anni, siamo ormai fuori tempo massimo.  Dovremo puntare invece ad avere più trasporto merci ferroviario e meno con i camion, soprattutto per quanto concerne lo spostamento dei container, che attraversano i mari da est a ovest. Il nostro porto si dovrà attrezzare per essere competitivo con quelli del nord Europa, come Rotterdam e Amburgo».
Che tipo d’investimenti servono per arrivare ad un risultato del genere?
«Bisogna rafforzare i nostri rapporti con l’entroterra, in particolare verso gli interporti del Veneto e della Campania. Poi è necessario un ripensamento da parte di Fs del sistema di trasporto merci su rotaia. Bisogna riempire i container ed i treni, per rendere così più economico e conveniente ogni spostamento».
Le crociere rappresentano ancora un’opportunità o no per Ravenna?
«Su questo tema la penso come il presidente di Ap Di Marco: ‘ormai le abbiamo, dobbiamo valorizzarle’».
Infine il percorso di Ravenna2019, siete stati fra i primi sponsor…  
«Ravenna meritava di vincere, ha fatto comunque una gran bella figura, il percorso è stato un crescendo continuo. Nel dossier c’è una buona base per il futuro della città, lo sforzo che è stato fatto è notevole, il gruppo di lavoro è stato bravo, il patrimonio da sviluppare è ampio, anche senza le risorse che ci sarebbero state in caso di vittoria».

Manuel Poletti
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