Chi ha potuto assistere alle lezioni di Riccardo Muti al Teatro Alighieri è sempre rimasto affascinato dalla capacità del maestro di spiegare concetti difficili con parole semplici e di illuminare con le sue parole punti fondamentali della musica. Dallo scorso anno Muti ha messo a disposizione dei giovani, in particolare direttori d'orchestra, cantanti e maestri collaboratori, la propria esperienza con Italian Academy Opera, due settimane che si ripeteranno anche quest’anno, dal 23 luglio al 5 agosto, in cui Muti con l'orchestra Cherubini e i giovani selezionati (oltre 400 domande, tra cui verranno scelte 4 o 5 persone) si eserciteranno, al Teatro Alighieri, su La Traviata (scorso anno era stato Falstaff) per insegnarli tutte le malizie e le astuzie del mestiere. Per il direttore d'orchestra ravennate l'accademia rappresenta la possibilità di trasmettere agli altri, alle nuove generazioni ciò «che ho avuto la fortuna di apprendere dall'incontro con grandi cantanti, grandi direttori d'orchestra, grandi solisti. Ho avuto la fortuna da giovanissimo di vedere i massimi interpreti all'opera. I giovani di oggi non hanno avuto la fortuna che abbiamo avuto noi di conoscere la parte finale di un glorioso passato». Muti ripropone anche quest’anno un’opera verdiana e spiega come saranno le lezioni: «Attraverso il pianoforte si spiega cos'è l'interpretazione di un personaggio per poi portarla in orchestra: esattamente quella che dovrebbe essere la preparazione anche in un teatro di professionisti. Prima uno studio con la compagnia di canto condotto al pianoforte, poi tutto quello che viene stabilito dal punto di vista interpretativo viene riportato in orchestra, dove il giovane direttore dovrà curare l'insieme strumentale secondo un'idea interpretativa e una cura del fraseggio (o della frase musicale), del timbro, del significato da dare a ogni nota e ad ogni frase in modo che la musica e l'orchestra siano sempre al servizio della parola. Come diceva Verdi: 'Ricordatevi di servire più il poeta del musicista'. Spesso perdiamo tempo solamente ad ascoltare gli effetti vocali piuttosto che la sostanza musicale».
Lo scorso anno tra i 4 giovani che hanno frequentato l’Accademia Muti ha scelto – dopo un’altra selezione a Chicago - la nippo-tedesca Erina Yashima per lavorare con lui come assistente per due anni.