Sanità, in Romagna tumori in calo, l’analisi dell’oncologo Tamperi

Romagna | 10 Febbraio 2024 Cronaca
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Prostata, polmone e colon-retto per gli uomini; mammella, colon retto e polmone per le donne. Questi i tre tumori più frequentemente diagnosticati in Romagna. Le prime tre cause oncologiche di decesso nel nostro territorio sono, invece, polmone, colon retto e prostata per gli uomini; mammella, polmone e colon retto per le donne. Lo scorso 4 febbraio, in occasione della giornata mondiale contro il cancro, la nostra regione ha ribadito quelle che sono le parole chiave per la lotta contro questa malattia: prevenzione, presa in carico, assistenza e cura. Tramite l’assessore regionale alle politiche per la salute, Raffaele Donini, l’Emilia Romagna ha voluto confermare l’impegno nella lotta ai tumori sostenendo i tre programmi di screening- mammella, colon retto e collo dell’utero- rafforzando la qualità delle cure erogate dai centri dedicati e impegnandosi per lo sviluppo dell’oncologia di prossimità e di precisione. Abbiamo fatto il punto con Stefano Tamberi, Direttore UOC Oncologia Ravenna, Dipartimento di Oncologia ed Ematologia Ausl Romagna che ha sottolineato come il nostro territorio sia in linea con i dati regionali che registrano una diminuzione sia della mortalità che del numero di tumori.

L’IMPORTANZA DEGLI SCREENING
«Alcuni tipi di tumori – mammella, colon o melanoma, ad esempio- diventano cronici e la sopravvivenza è lunga: dopo la diagnosi i pazienti hanno davanti anni di trattamento. L’avanzare delle cure ha regalato ai pazienti diversi anni di vita in più anche per i casi più critici». In Romagna, fortunatamente, c’è un’alta adesione ai programmi di screening. «La partecipazione dei ravennati a quello per il colon retto è stata pari a quella di Reggio Emilia, la città con la più alta adesione in regione. Penso che quest’ottimo risultato sia legato sia alla comprensione della validità del processo, che alla fiducia che i cittadini ripongono nel bisogno di effettuare questi accertamenti ed infine il rapporto di fiducia che i romagnoli hanno con il proprio medico di base, il primo che sostiene l’importanza degli screening che con gli ospedali». L’Italia è, oggi, tra i paesi migliori al mondo per aspettativa di vita e la maggiore presenza di persone anziane dimostra come il sistema socio-sanitario sia migliorato negli anni portando alla riduzione di una serie di cause di morte precoci spostando il momento del decesso sempre più avanti. «Lo screening cervicale rivolto alle donne tra i 25 e i 64 anni ed introdotto in regione nel 1998 ha registrato un picco d’incidenza in quell’anno per poi diminuire fino al 2007 e stabilizzarsi nell’ultimo periodo. Così come per quanto riguarda il colon retto il picco s’è registrato con l’introduzione dell’esame. Lo screening della mammella, infine, programma con un’altissima adesione, permette di scovare tumori molto precoci quindi negli anni la mortalità è calata drasticamente in Romagna».

I TUMORI PIU’ DIFFUSI
Il tumore al polmone, prima causa di morte oncologica tra gli uomini romagnoli, ha registrato una diminuzione quasi parallela di incidenza e mortalità tra il 1986 e il 2020 e, tra il 2011 e il 2015 ha registrato 2919 casi di cui 2268 mortali tra gli uomini contro 1492 casi tra le donne di cui 994 mortali. L’incidenza è praticamente la stessa nelle province di Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena, così come la mortalità. Attualmente, l’incidenza del cancro del colon-retto in Romagna è simile a quella che si registra nella maggior parte dei Paesi dell’Europa occidentale. L’incidenza è cresciuta fino all’inizio degli anni ’90, sia tra gli uomini sia tra le donne (che hanno dei tassi più bassi e poi ha attraversato un decennio di sostanziale stabilità,malgrado ampie oscillazioni casuali. Questo nuovo equilibrio ha registrato un picco con l’avvio del programma di screening per il cancro colo-rettale avviato dalla Regione nel 2005-2006, seguito da una forte caduta dei tassi legata alla diagnosi e alla rimozione di polipi adenomatosi che hanno impedito la loro progressione a cancro colo-rettale. Tra il 2011 e il 2015 la Romagna ha registrato negli uomini 2413 casi di cui 899 mortali e nelle donne 2192 casi di cui 833 mortali. Per quanto riguarda il tumore alla mammella, in Romagna, la curva dei tassi d’incidenza negli ultimi 30 anni ha mostrato delle oscillazioni molto ampie, che sono spiegate, in parte, dall’introduzione graduale del Registro Tumori, dall’introduzione del programma di screening mammografico per le donne di 50-69 anni, avvenuta tra il 1997 e il 1998, e dall’allargamento dell’età-bersaglio a 45-74 anni, avvenuta nel 2010. I tassi di sopravvivenza sono molto alti – una caratteristica comune a buona parte d’Italia – e sono ulteriormente migliorati durante gli anni dello screening mammografico. Bassa mortalità anche per il tumore alla prostata che nel nostro territorio, tra il 2011 e il 2015 ha registrato 3979 casi di cui 725 mortali con un incidenza molto più alta a Rimini e Ravenna rispetto a Forlì-Cesena. (marianna carnoli)
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