Ravenna, il primo anno da sindaco di De Pascale: "Nuovi progetti in arrivo, Provincia di Romagna nel 2019"

Romagna | 31 Maggio 2017 Politica
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di Manuel Poletti - «La Provincia di Romagna nel 2019, è l’anno giusto, ma servono risorse economiche. Ravenna sta cambiando, sull’economia bene la chimica con Eni, aspettiamo i passi avanti sul Porto. Sulle infrastrutture viarie serve un’alternativa alla cancellazione dell’E55. Turismo, le novità ci sono, ma vogliamo migliorare la nostra offerta. Sicurezza, potenziamo gli organici e grazie al Prefetto Russo, collaborazione importante».
De Pascale, il primo anno da sindaco di Ravenna se lo aspettava più difficile o no?
«Sono stati dodici mesi molto intensi di lavoro, non c’è dubbio. Misurarsi quotidianamente con il governo di una città è un’esperienza unica, Ravenna si sta dimostrando una città meravigliosa. Personalmente sono molto contento di questa avventura, nessuna recriminazione».
La giunta la rifarebbe uguale?
«Rispetto alle mie aspettative è promossa a pieni voti. Sia in giunta che nella coalizione c’è una buona tenuta, il clima nella squadra è ancora positivo».
Il Pd è più debole con la nascita di Mdp anche a Ravenna? La maggioranza resta coesa nonostante le fibrillazioni nazionali?
«Da iscritto al Pd mi rammarico della scelta di molti ex compagni di partito che hanno lasciato per un’altra forza politica. Cinicamente da sindaco invece vedo più energia nella maggioranza, molti che nel Pd non trovavano più stimoli, oggi in Articolo 1 hanno ripreso slancio anche nell’azione di partito di maggioranza».
Il «cantiere infinito» di piazza Kennedy è stato il momento più difficile?
«Confermo. Il completamento della piazza, il suo iter difficoltoso e le polemiche sui bagni sono stati i giorni più difficili di questi primi dodici mesi. Oggi quello spazio però è pienamente recuperato e ne siamo soddisfatti».
Sulla chimica ha incassato invece le prime soddisfazioni, dopo le promesse in campagna elettorale…
«Non c’è dubbio che il nuovo impegno di Eni sulla città, con corposi investimenti negli anni prossimi, ed il conseguente rilancio della politica industriale nell'ambito portuale, sia stato un ottimo risultato cercato dalla nostra giunta».
Sulla cultura invece luci (accordo al Ministero) e ombre (Mar depotenziato) o no?
«Col ministero dei Beni culturali abbiamo firmato un accordo storico, che era atteso da anni. Poi abbiamo rilanciato il mosaico, al Mar ci sarà una grande mostra su questo tema in autunno, non vedo un indebolimento di quel Museo. Fra gli elementi positivi ricordo anche l’accordo con Rfi per la logistica e il riordino dei servizi sociali, da non sottovalutare».
Gli scavi ai fondali del porto rimangono il grande mantra per l’economia ravennate, oltre la chimica. Rossi (Ap) sostiene che «quest’estate è decisiva». Sarà così?
«Me lo auguro. In questi mesi ho scelto di parlare poco di questo tema perché già ampiamente annunciato agli operatori. Ora si tratta di fare e rispettare le scadenze che ci sono. L’Autorità portuale ha tutto il nostro appoggio, il rapporto col presidente Rossi è di totale sintonia, bene che si pensi ad un primo step di scavi a meno 12,5 metri dopo aver ascoltato chi opera al porto. Questo non vuol dire rinunciare in un secondo momento ai meno 14,5 metri, ottimali per sfruttare al meglio le potenzialità del nostro scalo».
Un altro tema delicato è la sicurezza. Il decreto Minniti aiuta concretamente i sindaci o si poteva fare di più?
«Il lavoro del ministro Minniti a mio parere è molto positivo. Il decreto concede ai sindaci ottime opportunità d’intervento. Da parte nostra per combattere l’abusivismo metteremo 34 vigili in più durante l’estate. Nei cinque anni aggiungeremo 50 unità a step di 10 l’anno per la vigilanza in città e nuove tecnologie per aumentare la sicurezza anche nelle zone produttive. In questo contesto un ruolo fondamentale lo sta svolgendo il prefetto Francesco Russo, che ha una gestione impeccabile del suo ruolo ed è di grande aiuto anche al sindaco».
In campagna elettorale parlò di «modello Barcellona» per Ravenna. L’obiettivo è ancora quello?
«Se ci riferiamo al rilancio di Ravenna come città marittima quel modello è ancora di riferimento. Più in generale la Romagna può prendere spunti interessanti da quella metropoli, sia dal punto di vista culturale che turistico».
Un progetto prioritario per il territorio da chiedere con urgenza al Governo Gentiloni?
«Senza dubbio serve più attenzione al nord-est intesa come zona da collegare meglio. Abbiamo digerito l’eliminazione del progetto dell’E55, ma serve un piano B per la grande viabilità, non si può rimanere a mani vuote. Ne ho parlato anche col ministro Delrio pochi giorni fa a Ravenna, spero ci sia un passo avanti in tempi brevi».
La Provincia di Romagna si farà in tempi relativamente brevi (2019) o è l’ennesimo dibattito tutto politico senza sostanza?
«Personalmente sono favorevole alla fusione con le altre realtà provinciali, ma ci deve essere un piano di risorse sostenibili perché il nuovo ente unico di secondo grado abbia gambe per camminare. Penso che il 2019 possa essere l’anno più compatibile rispetto anche alle scadenze elettorali di alcune grandi città del territorio».
Ha scelto una linea soft nella comunicazione, almeno a rispetto al sindaco precedente. Interventi mirati solo se necessario. I suoi detrattori indicano questo come segno di debolezza…
«In tempi in cui c’è una bulimia d’informazioni, ho scelto d’intervenire quando è necessario, cercando di rispondere alle critiche più fondate e non dire la mia su tutto, non serve né alla città e nemmeno al sottoscritto. Non mi pare un segnale di debolezza».
 
 
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