Volley Superlega, la Consar Ravenna ha scoperto Vernon Evans: "L’elevazione è il mio punto forte, per ora sono soddisfatto"
Marco Ortolani
Lo stanzino all’interno del PalaCosta è angusto e lo spazio è ulteriormente ridotto da molti video-monitor. Marco Bonitta ci passa diverse ore, elaborando le strategie societarie nel suo doppio ruolo di allenatore e direttore tecnico: «In queste settimane il mio lavoro è tutto concentrato in palestra - esordisce il 56enne coach ravennate - perché il grosso del lavoro di direttore tecnico è alle spalle, il mercato è stato fatto e la squadra è definita, anche se…». Anche se? «Anche se ci sono tante competizioni in corso in ogni parte del mondo ed è un mio compito tenerle d’occhio tutte, valutando eventuali profili interessanti per la prossima stagione».
Tutti in palestra, quindi? «Magari!». Bonitta è stato sia uomo di club che responsabile di varie selezioni nazionali, quindi il «problema» lo conosce bene: «La lotta dei club con le Nazionali per avere i giocatori a disposizione è sempre serrata. Abbiamo fuori tutti i giocatori impegnati all’Europeo: italiani, olandesi, serbi, sloveni… Ho il vice palleggiatore Batak perché è infortunato e non si è aggregato. E ho naturalmente il cubano Alonso e il canadese Vernon Evans, che non fanno gli Europei. Ma Alonso si è subito fatto male ad un dito nei primi allenamenti e Vernon Evans mi riparte fra pochi giorni per andare a fare la Coppa del Mondo in Giappone…», conclude Bonitta sbuffando, probabilmente all’unisono con i suoi colleghi delle altre squadre della Superlega.
E allora sbrighiamoci a «beccare» il gigante nero Vernon Evans, prima che scappi via per l’ennesima avventura intercontinentale con la sua Nazionale. L’occasione è l’amichevole vinta 3-2 contro un Modena largamente incompleto, nel quale è stato applaudito Luca Rinaldi, figlio di Pietro, capitano di Ravenna nei primi anni Duemila. Il primo contatto è «d’impatto»: Sharone Vernon Evans è alto 205 centimetri e del fisico colpisce soprattutto la lunghezza di gambe e braccia. Prima domanda d’obbligo, dopo un’estate così impegnativa: si sente stanco? «L’estate è stata molto impegnativa, ma non posso dire di essere stanco, né di essere troppo disturbato dal jet-lag. Ho avuto una settimana per conoscere la mia nuova squadra e lo staff. Sono soddisfatto di questi primi giorni, ma adesso dovrò subito ripartire per la Nazionale e al ritorno potrò concentrarmi finalmente su questa nuova stagione». Un suo compagno (Tommaso Stefani, ndr) ci ha detto che al vertex lei tocca 3 metri e 83, è vero? «Tre e ottantadue - precisa il canadese che parla semplice, senza fronzoli, denotando un carattere piuttosto mite - credo che l’elevazione possa essere considerata il mio punto di forza, ma questo non devo essere io a valutarlo».
«Una fisicità veramente impressionante - è il commento di Andrea Gardini, nuovo allenatore di Piacenza dopo anni gloriosi nel campionato polacco, dal quale anche Vernon Evans proviene - ha giocato a tratti, perché era la riserva di Kurek, ma posso solo parlarne bene, sia per quanto ha fatto vedere in campo sia per i riscontri che ho di ragazzo molto impegnato e serio. E non pensate sia solo un giocatore di fisico: gli allenatori francesi che ha avuto, a partire da Antiga, lo hanno completato anche nei fondamentali bassi e nella lettura delle situazioni di gioco. Sono certo che potrà fare bene». Nell’amichevole contro Modena, Vernon Evans ha segnato 24 punti strappando frequenti approvazioni del pubblico per alcune sue giocate ad altezze siderali.