Volley Superlega, la Consar ha scoperto un altro cannoniere: "Vernon Evans è più creativo ed esuberante"
Marco Ortolani
Tralasciando la trasferta di domenica scorsa a Perugia (una Consar scarica ha opposto poco ai fortissimi umbri) gli occhi degli sportivi sono ancora pieni delle immagini di giovedì scorso: una magnifica battaglia contro i campioni d’Italia della Lube, un’appassionante altalena di punteggio e il «cioccolatino» del punto per la classifica, che ha avuto tutto il sapore di una vittoria. A centrocampo il 21enne canadese Sharone Vernon Evans sembra un bambino al parco giochi. E’ stato il dominatore della serata, ha vinto il premio Mvp (raro che venga concesso ad uno sconfitto), ha appena segnato 23 punti, con 7 aces fulminanti, 2 muri e 14 attacchi, ha tenuto testa ad una delle squadre più forti del mondo, ha sbalordito per forza e altezza dei colpi. L’abbraccio ultra affettuoso della folla lo confonde e lo commuove: «E’ un giorno speciale: sento tutto il calore di questa gente e mi sembra di essere in famiglia. Stiamo lavorando tanto, la nostra squadra è giovane e ha bisogno di partite come questa, nella quale abbiamo messo in difficoltà i campioni. Non so se questo è il mio livello top di gioco, ma il mio desiderio è quello di continuare a crescere con tutta la squadra».
Un flash back ci riporta ad un’intervista a Bonitta di inizio stagione. Chiedemmo: «Per il nuovo opposto sarà molto scomoda l’eredità di due bomber come Buchegger e Rychlicki, che a Ravenna si sono imposti come attaccanti di livello internazionale?». Bonitta, con le prudenze del caso, replicò: «Mi sento di dire che questo Vernon Evans ha le caratteristiche per non farli affatto rimpiangere». E allora eccoli, i tre super bomber di Ravenna, raccontati dal presidente Casadio, al suo esordio personale al palasport proprio giovedì, dopo i postumi di un fastidioso intervento: «Com’è noto le squadre più forti e ricche hanno una prima scelta di giocatori già affermati e pronti a vincere. Il nostro compito è andare a pescare talenti più nascosti, rischiando anche un po’ nel trauma iniziale. Ricordo la frase di tanti tifosi quèst l’è un chen rivolto a un 17enne scoordinato che venne a giocare a Ravenna nei primi anni Ottanta. Si chiamava Andrea Gardini e divenne il più forte centrale del mondo».
«Quindi - riprende Casadio - abbiamo preso Buchegger dall’A2. Ci piaceva la sua palla bassa e veloce. Un ragazzo serio, silenzioso, non amante dei riflettori, con grande voglia di arrivare. Dispiace vederlo oggi (a Monza, ndr) così limitato da una serie di gravi infortuni. E’ uno swarowski fragile». «Paul - aggiunge Bonitta - ha il braccio più veloce e tecnico fra i tre. Era evidente la sua intesa vincente con Orduna: giocando sul timing ci fece vincere partite importanti. Averlo rilevato dall’anonimato della A2 è una scelta che mi rende orgoglioso». E passiamo a Kamil Rychlicki: «Un ragazzo molto ambizioso - rivela Casadio - che considerava la pallavolo come una delle tante possibilità che il mondo gli poteva offrire. Un ragazzo molto intelligente, che parla tante lingue. Trovò da noi condizioni ideali per esaltarsi, forse adesso a Civitanova (dove il suo rendimento è stato finora molto basso, ndr) sta subendo una pressione che non gli è congeniale». «Prendemmo Kamil come posto4 - aggiunge Bonitta - ma lo sviluppo del campionato ci portò ad utilizzarlo da opposto e lui si adattò subito, diventando decisivo. Un grande saltatore, adatto ad una palla più alta». E veniamo al nostro lungagnone mulatto: «Un ragazzo di qualità fisiche esagerate - dice Casadio - capace di passar sopra anche ai muri più alti. E lavora tantissimo per migliorare anche gli aspetti tecnici». Bonitta conferma e aggiunge: «Mentre gli altri due sono uomini tipici del nord Europa, Vernon Evans è più creativo ed esuberante». La sostanza è che per il terzo anno (senza trascurare Klapwick e Torres) Ravenna ha un cannoniere di livello mondiale.