Volley, Pallavolo Faenza, un serbatoio pieno di giovani: «Sostenibilità e valorizzazione del nostro territorio»

Romagna | 05 Dicembre 2022 Sport
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Luca Alberto Montanari
In una città come Faenza, cresciuta da sempre con i cromosomi del basket, quanto spazio può ritagliarsi il volley? La risposta arriva da una realtà dinamica e in forte espansione come la Pallavolo Faenza, guidata da oltre tre anni dal presidente Rosario Bassi, che schiera tre squadre nei campionati di C (femminile) e D (maschile e femminile) e che sottorete offre una grande occasione di crescita a tantissimi giovani del territorio: «Complessivamente - rivendica con orgoglio il presidente del sodalizio manfredo - abbiamo 350 iscritti, con una fortissima maggioranza al femminile: direi circa 300 ragazze o ragazzine e una cinquantina di maschi. Sappiamo perfettamente quanto sia radicato il basket a Faenza e quanta tradizione ci sia con i canestri, ma la nostra realtà funziona, i numeri ci soddisfano e dopo i due anni condizionati dal Covid abbiamo finalmente ricominciato a pieno regime».
La scorsa estate, dopo aver sfiorato più volte la promozione in B1, la Pallavolo Faenza targata Fenix ha scelto di fare un passo indietro, auto-retrocedendosi in C per un semplice motivo: «Non è stato un ridimensionamento di carattere economico - ricomincia Bassi - perché avremmo potuto giocare ancora in B2, ma semplicemente una scelta più ragionata e profonda. Volevamo utilizzare esclusivamente le nostre ragazze, in modo da avere una prima squadra che fosse espressione reale della nostra società. Per questo abbiamo fatto un passo indietro, ripartendo solo da quattro giocatrici della B2: una faentina e altre tre che militano con noi da sei anni. Loro sono le quattro guide delle più giovani, che arrivano tutte dal nostro settore giovanile. Questo passo indietro ci ha permesso di valorizzare ulteriormente il nostro serbatoio, per accorciare lo stacco tra la prima squadra e l’intera realtà giovanile». Dalla C alla D, dove la Pallavolo Faenza schiera una squadra maschile e una femminile: «Per la femminile - spiega Bassi - abbiamo ricevuto una wild card e grazie a questo “invito” possiamo giocare con una formazione Under 16, alla quale abbiamo aggiunto due Under 18. La formula sta funzionando, perché siamo in testa alla classifica a pari punti con altre due formazioni. La squadra maschile, invece, naviga a centro-classifica. Poi non dimentichiamo le due squadre di Prima divisione femminile: nella prima confluiscono le ragazze più grandi, che sono in testa alla classifica, nell’altra abbiamo un altro gruppo di ragazze della nostra società che non possono giocare nelle giovanili, ma che si disimpegnano comunque in un campionato». La crescita del club e le adesioni che arrivano dopo i due anni di Covid e di limitazioni hanno restituito il sorriso a Bassi e ai suoi collaboratori: «Io e gli altri consiglieri siamo molto soddisfatti di queste scelte che abbiamo fatto in estate: sembrava assurdo lasciare la B2 dopo aver rischiato spesso di vincere il campionato. Ci siamo sempre comportati bene, se avessimo voluto avremmo potuto provare ancora a vincere il campionato e invece abbiamo scelto di coltivare il senso di appartenenza. Non è stata una scelta economica, ma solo una nostra scelta tecnica appoggiata dagli sponsor, a cominciare da Fenix. Hanno capito che magari c’è meno visibilità, ma che la sostenibilità e il richiamo al territorio sono due aspetti basilari per una realtà come la nostra». 
Bassi prende fiato e ricomincia: «Noi partiamo dalle bimbe che hanno 7-8 anni, mentre i maschietti cominciano intorno agli 8-9 e arriviamo ai 18 anni. C’è un percorso agonistico con un allenamento in più a settimana, oppure un percorso di tipo amatoriale. Poi si sceglie in base a spazi, tempo, attitudini, studio. I tecnici? Abbiamo un bel gruppo di lavoro, ma soprattutto abbiamo tecnici di spessore, molto qualificati e conosciuti. In tutto sono una quindicina. Il Covid? Quest’anno non ci sono problemi, siamo a regime, allineati a tutto il resto. In precedenza le attività del centro di avviamento sono state bloccate per due anni, quindi anche a noi mancano annate intere di atlete. Siamo riusciti a fare attività, essendo campionati di interesse nazionale, ma non abbiamo avuto nuovi ingressi e la parte “amatoriale” si è dovuta fermare. E’ stata più un’attività di carattere sociale. Per fortuna è tornata la normalità e i nostri numeri stanno funzionando. La pallavolo a Faenza? Dal punto di vista femminile c’è molta richiesta, soprattutto dopo il Covid e dopo i risultati delle Nazionali. C’è la concorrenza del basket, ma noi abbiamo un rapporto stretto con loro e ci alleniamo sullo stesso campo».
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