Riccardo Isola - La presentazione in grande stile è avvenuta al Vinitaly 2018 con uno stand esclusivo ma non certo escludente. Anzi. Da allora ad oggi la novità enologica in bolla della Romagna si sta ritagliando una visibilità sempre crescente.
Il «NoveBolle – Bolé» rappresenta, infatti, la sfida frizzante al mondo della spumantizzazione di Caviro e Cevico. Un’intesa che mette in campo una visione, un coraggio e una sinergia fino a pochi anni fa impensabile e per certi versi utopica.
Un’interpretazione, per il vitigno più diffuso di questa terra, il Trebbiano, ma che in futuro vedrà abbracciare anche il Sangiovese, che si declina in un «Romagna Doc spumante» per cercare di conquistare i palati attraverso una identificazione di perlage locali e territoriali autentici.
Questo spumante made in Romagna, realizzato con metodo Charmat (cioè con rifermentazione in autoclave), è composto per il 95% da Trebbiano a cui viene aggiunto un 5% di Famoso, uva semi aromatica del territorio che rende più «complesso», esotico e a suo modo morbido, il bouquet.
Un vino creato esclusivamente in versione Brut (cioè con meno di 15 g/l di zucchero) che presto, al massimo entro due anni, sarà possibile anche degustare nella sua versione più elegante e fine realizzata con il Metodo classico (cioè con rifermentazione in bottiglia). Un’ulteriore sfida che intensifica l’attesa generale e che riporta in auge un’impostazione champenois in voga, all’ombra del Passatore, dalla seconda metà dell’800 alla metà del secolo scorso. Un Rinascimento enoico, quello intrapreso oggi, che guarda sempre di più ad un mercato giovane e gioviale, maturo e consapevole delle potenzialità espresse dalla vitivinicoltura di territorio. Da maggio 2018, mese in cui è partita la commercializzazione del prodotto, nelle sole provincie di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, sono stati realizzati una sessantina di eventi.
Una filosofia «social-pop» che rappresenta bene quello che vuole essere il target e il posizionamento per questo prodotto. Al contempo per tutti ma con criteri ben precisi e selezionati. Solo enoteche e ristoranti scelti, solo eventi il più possibile contaminati e contaminanti, in Romagna sono gli ambienti fisici nei quali il perlage narrativo del Bolé si è, per ora, voluto confrontare. Con un successo indiscusso viste le centinaia di migliaia di persone raggiunte tra visite in rete e presenze fisiche in eventi e serate. Sull’aspetto organolettico il «Novebolle - Bolé» è un vino sbarazzino, fragrante, fruttato e floreale che si attesta sul piano di quel suo «cugino» veneto chiamato Prosecco. Non siamo ancora ai livelli del Cartize o dei cru più altolocati, non crediamo che in questa fase sia la velleità progettuale, ma a suo modo questo Bolé si caratterizza per essere uno sparkling che sa parlare, a suo modo, di territorio e territorialità.
Un vino assolutamente gastronomico che dalle sapidità marittime più intese dell’Adriatico si accompagna in modo consapevole alle sofisticate interpretazioni della tradizione culinaria appenninica. Un vino fresco, non troppo impegnativo, ma che si presenta al sorso con una definita e chiara personalità.