Romagna, l'economia rallenta, confronto fra Cna, Legacoop, Confartigianato e Confcooperative

Romagna | 07 Ottobre 2018 Economia
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Massimo Mazzavillani   direttore Cna Ravenna
«Luci, ombre e dati contrastanti:
ora occorre investire sulle imprese»
 
«Non è facile valutare lo stato di salute dell’economia della nostra provincia perché ci troviamo di fronte ad alcuni dati contrastanti. Se da una parte si registra, come è stato evidenziato da alcuni autorevoli studi in ambito regionale, che il territorio ravennate recentemente è stato in grado di riassorbire la crisi ritornando al di sopra dei livelli di valore aggiunto prodotti nel 2007 (per la precisione +1,7%, periodo 2007/2017), dall’altra non si riscontrano gli stessi segnali positivi se si prendono in esame i dati della movimentazione delle imprese aggiornati al 30 giugno scorso. I dati dell’anagrafe aziendale provinciale confermano, purtroppo, ancora un andamento negativo: 240 in meno rispetto a un anno fa per un totale di 39.219 unità. Anche l’artigianato è ancora fermo al palo e nello stesso periodo perde altre 52 unità. Anche guardando i dati settoriali emergono situazioni ancora molto complicate per le costruzioni, i trasporti e il manifatturiero che, non a caso, sono i settori che registrano le maggiori percentuali di incidenza di imprese artigiane. La situazione è migliorata invece per i servizi, sia alle imprese che alle persone, e per l’alimentare. E’ bene sottolineare comunque che, nonostante la pesante flessione registrata nell’ultimo decennio, 1.541 imprese su un totale di 3.200 cancellazioni, il comparto artigiano è stato in grado di fornire risposte positive all’andamento dell'occupazione del nostro territorio: +4,6% nel 2017 e che, seppur in forma più moderata, è stato riconfermato anche nel primo semestre del 2018. Come si può facilmente notare, ci troviamo di fronte a una situazione in cui si alternano luci e ombre, che non facilitano una valutazione obiettiva della congiuntura. Uno scenario estremamente complesso dove servono risorse immediate per accrescere la produttività e gli investimenti degli artigiani e delle piccole imprese. La manovra espansiva prevista dal Governo dovrà pertanto necessariamente trovare, accanto alla spinta sulla domanda interna, un bilanciamento, altrettanto vigoroso, sul versante della produttività e degli investimenti mirati alla ripresa e alla crescita. Senza dimenticare un attento monitoraggio sulle possibili tensioni a cui potrebbero incorrere Spread e Borsa».
 
 
Mario Mazzotti   direttore Legacoop Romagna
«L'occupazione tornata ai livelli del 2008,
ma occorrono investimenti e innovazione»
 
«L'economia ravennate è un convalescente al centro di un percorso di riabilitazione. Negli ultimi due anni si sono consolidati alcuni segnali di ripresa che hanno trainato le aziende che esportano e che hanno investito nell'innovazione dei procedimenti e dei prodotti. Ma la crescita dei consumi non è stata sufficiente a rilanciare la domanda interna, sia a livello nazionale sia locale. Restando nell'ambito della cooperazione, i settori che hanno registrato risultati positivi sono l'agroalimentare, seppur con luci e ombre, quello dei servizi e quello dell'industria manifatturiera. Anche nel campo del sociale sono stati chiusi dei buoni bilanci a fronte, tuttavia, di un forte calo di marginalità: dato, quest'ultimo, che caratterizza un po' tutti i settori. Sul fronte dell'occupazione, il mondo della cooperazione già lo scorso anno ha raggiunto i livelli pre-crisi. E va sottolineato che il 92% dei lavoratori occupati nel mondo della cooperazione hanno un'occupazione stabile e possono far affidamento su un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Resta grave e problematica la situazione dell'edilizia: nonostante si tratti di un settore che in questi anni è stato fortemente ridimensionato, sia per quanto riguarda il numero delle imprese sia per il numero degli addetti, si fa ancora sentire la mancanza di investimenti statali importanti in opere e infrastrutture, spesso annunciate e a volte deliberate, ma mai realizzate nonostante gli enti locali non facciano mancare il loro ruolo di stimolo e progettazione. Le prospettive del 2019 presentano molte ombre. Preoccupa il calo della crescita a livello mondiale e a livello europeo. E preoccupano, in particolare, le iniziative dell'amministrazione americana sul commercio mondiale che potrebbero riverberarsi molto negativamente sulle nostre imprese esportatrici che hanno fatto da traino all'ultima 'ripresina'. C'è poi l'incognita della situazione nazionale. Occorre una politica di rilancio degli investimenti pubblici e dell'innovazione che tocchi tutti i settori, non solo quelli tradizionalmente legati alle nuove tecnologie».    
 
 
Andrea Pazzi   direttore Confcooperative Ravenna Rimini
«Troppi paletti e regole rigide
scoraggiano le aziende ad assumere»
 
«L'economia ravennate è un paziente che si sta riprendendo e si è rimesso in movimento. E la salute sta tornando. Come Confcooperative, possiamo contare su un settore consolidato, quello delle coop sociali, che in questi anni ha continuato a erogare ottimi servizi di continuità sul territorio che non hanno mai visto flessioni nella domanda: la popolazione aumenta, assieme alle necessità degli anziani e delle persone in situazione di bisogno. Qualche hanno fa abbiamo assistito, tra le imprese associate, alle difficoltà nel settore della logistica e dei trasporti (ci ricordiamo le autostrade semivuote solo qualche anno fa) che, tuttavia, anno dopo anno si stanno rimettendo in moto insieme all'economia del territorio. Il porto, tra le mille difficoltà, gira: c'è qualche preoccupazione per l'approfondimento dei fondali, ma le navi arrivano, i camion partono e le nostre cooperative lavorano. E nel settore facchinaggio c'è qualche offerta di lavoro in più. Poi abbiamo il grande comparto dell'agricoltura: si può avere qualche annata difficile per determinate colture, ma si tratta di un settore che difficilmente si può arrestare. Attendiamo i risultati, ma possiamo parlare di una buona annata. Sono rimaste poche cooperative nel campo dell'edilizia, uno dei settori più critici, che tuttavia lavorano sulle ristrutturazioni pubbliche e con i privati: se prima la pianificazione degli interventi riguardava solo qualche mese in avanti, ora possiamo dire che l'orizzonte si è allungato e si può programmare di più. Le imprese hanno bisogno di stabilità normativa e di una giustizia più veloce: i contenziosi amministrativi durano troppo e non vi è certezza sul meccanismo dei pagamenti e degli insoluti. Poi vi è l'aspetto della stabilità del posto di lavoro. Secondo me gli stessi giovani, più propensi a cambiare posto di lavoro pur di mantenere una certa continuità lavorativa, non sono tanto preoccupati dal dibattito politico sulla stabilità della posizione contrattuale. Del resto le aziende hanno bisogno di flessibilità: più si irrigidiscono le norme, meno le imprese sono pronte a investire sulle nuove assunzioni. Troppi paletti finiscono per disincentivare lo stesso lavoro a tempo indeterminato».
 
 
Tiziano Samorè, segretario provinciale Confartigianato
«La crescita c'è ma va consolidata,
guardiamo al futuro con fiducia»
 
«Il paziente esce da un forte stato di shock e adesso inizia a recuperare il proprio benessere. In questi mesi abbiamo avuto segnali significativi di un ritorno alla normalità, però si tratta di una crescita non ancora stabile e consolidata. Vi sono mesi in cui le aziende richiedono un'importante forza lavoro e mesi in cui la richiesta di maestranze cala decisamente. I riscontri positivi arrivano dalla metalmeccanica con una forte ripresa delle commesse, seppur con l'alternanza di cui parlavo prima. Poi c'è il settore del benessere e della cura alla persona, dal barbiere all'estetista, che non ha accusato la crisi come accaduto ad altri comparti. In altri settori la ripresa è più modesta, mentre l'edilizia non ha ancora trovato una soluzione adeguata, la medicina giusta per parlare di ripresa. In questo caso, il malato è ancora in coma. Probabilmente non tornerà mai ai livelli del 2008 e l'obiettivo è quello di non perdere altro terreno. Più in generale, per il futuro sono fiducioso che i segnali positivi si possano tradurre in una crescita stabile e costante: nel ravennate vi sono aziende con tutte le caratteristiche per farlo. A differenza di altri territori, nella nostra provincia abbiamo ancora un'economia su cui discutere e programmare. Dal canto nostro, come Confartigianato, stiamo mettendo in campo diverse iniziative che guardano in avanti come il Digital innovation lab (una serie di 'aperitivi di impresa' dove discutere delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie assieme ai piccoli imprenditori) o la scuola per autisti di camion, una figura professionale che non conosce disoccupazione».
 
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