Romagna, Bolkenstein, Piraccini (coop. bagnini di Cervia): «La legge sembra fatta per tenere lontano giovani e piccole imprese»

Romagna | 17 Febbraio 2022 Cronaca
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«Quello che sta per accadere sulle nostre spiagge rischia di produrre un “caos”»: è questo lo scenario a cui potrebbe portare la Bolkenstein secondo il consigliere della cooperativa Bagnini di Cervia, Danilo Piraccini. «Dal punto di vista politico c’è stata un’accelerazione da parte del governo nel mettere mano alla riforma sulla concessione della spiaggia tramite il decreto concorrenza - afferma Piraccini - ma la direttiva  Bolkenstein è particolarmente difficile da applicare ad un settore balneare che è il secondo al mondo, dove sono presenti diverse tipologie di imprese e ampie correlazioni. Portare l’Italia “balneare”  all’evidenza pubblica tutta in una volta non è mai stato fatto dal dopoguerra ad oggi. Un’esperienza amministrativa, burocratica ed economica unica,  le cui ricadute non sono state  affatto analizzate. Se si considera  che ampi tratti di coste italiane sono per attrattività turistica e valore ambientale unici al mondo, ogni previsione di tenuta e di difesa del modello turistico è puramente teorica e le tutele ampiamente proposte sono da considerare al condizionale». Secondo il consigliere sono diversi i nodi che legano la questione. Nell’elencare i punti di debolezza di questa riforma, Piraccini osserva: «per vincere un’evidenza pubblica sulle spiagge occorrerà presentare piani d’investimenti e progetti turistici di ampia portata. Un’attività consona a soggetti imprenditoriali con competenze e capacità finanziare ed organizzative consolidate. Nessuna opportunità sarà offerta, ad esempio, ai giovani imprenditori. La legge sembra fatta per tenere lontano i giovani e le piccole e medie imprese o quelle a gestione familiare, cioè chi fino a oggi ha sviluppato il modello turistico romagnolo». Il consigliere di lungo corso mette in guardia dall’errore di confondere la direttiva europea con un’effettiva apertura del mercato alla concorrenza: «Questa riforma non andrà in quella direzione, anzi. Negli ultimi dieci anni a Cervia il settore balneare è quello che più ha visto compravendite di impresa, non è un sistema chiuso come ideologicamente si tende ad affermare, ma totalmente inserito nel mercato della libera concorrenza. La  Bolkenstein è funzionale a soggetti imprenditoriali che già godono di grande disponibilità di denaro. Circostanze ideali per l’inserimento di attività di dubbia liceità. Per alcuni sarà un invito a nozze». 
Un’altra questione preoccupante riguarda la parte pratica delle evidenze pubbliche: «I Comuni, che avranno il compito di istruire le evidenze pubbliche, sono stati messi in grande difficoltà. Si prospetta uno scenario dove potrebbero arrivare centinaia di offerte. Allo stato attuale non c’è un’amministrazione pubblica in grado di gestire con efficienza, nel giro di due anni, progetti del Pnrr e bandi di affidamento delle nuove gare. Sarebbe inoltre puerile considerare la Bolkenstein come un fatto riguardante esclusivamente i bagnini – continua Piraccini -. La questione intreccia attività alberghiere, imprese turistiche nel senso ampio del termine: una riforma che si fa sulla spiaggia ha effetti su tutto il sistema, ma pare che molti politici e molti tecnici non ne siano pienamente consapevoli. La soluzione alla Bolkestein si è spostata sulla questione ideologica e ha perso di vista la questione turistica perché non è solo la spiaggia a essere travolta da questa “tempesta perfetta”, ma tutto il sistema, compreso quello alberghiero. Per questo, quello su cui da anni stiamo lavorando a Cervia è lo studio di un modello di aggregazione di impresa che consenta di partecipare alle gare come sistema turistico cittadino. Una garanzia di sviluppo e di trasparenza». 
E su un’obiezione mossa da più parti, Piraccini risponde: «è vero che i bagnini utilizzano un’area demaniale a poco prezzo. Il canone demaniale, nel tempo, ha perso il suo valore rispetto all’incremento turistico ed economico, ma su questo tema le soluzioni sono molto più semplici di quanto possa sembrare. E anche per quanto riguarda gli affitti aziendali, basterebbe prevedere adeguati conguagli per evitare speculazioni». 
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