Riaprono discoteche e balere, ma tra riorganizzazioni e dinner-show non tutti partiranno subito

Romagna | 16 Ottobre 2021 Cultura
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Federico Savini
Se è vero che una rondine non fa primavera, è altrettanto incontestabile che non possa bastare un annuncio (per di più dato con scarso preavviso, anche se la cosa era nell’aria) a far ripartire un intero settore fermo da oltre un anno e mezzo nell’arco di pochi giorni. Lo scorso 7 ottobre il Consiglio dei Ministri ha approvato il cosiddetto «Decreto Capienze», relativo alle «Disposizioni urgenti per l’accesso alle attività culturali, sportive e ricreative, nonché per l’organizzazione di pubbliche amministrazioni e in materia di protezione dei dati personali». Ne parliamo naturalmente anche altrove in queste pagine e la normativa ha un titolo specifico sulle discoteche, uno dei settori sulla cui regolamentazione in tempo pandemico si sono lette le opinioni più contrastanti. Da una parte è indiscutibile che si sia trattato di uno degli ambiti lavorativi più duramente colpiti dalla crisi (probabilmente i locali da ballo detengono il poco invidiabile primato di essere il «settore in assoluto più colpito» da chiusure e regolamenti) e dall’altra sono state indicate come luoghi particolarmente a rischio per la trasmissione del virus, con un probabile eccesso di demonizzazione, sia perché quando si è riaperto in estate lo si è fatto secondo nuove regole (certo, non da tutti rispettate, ma questo è vero anche per altri settori, non esattamente a rischio zero ma mediamente assai meno contestati), sia perché la riapertura delle discoteche (che sottostanno a precisi regolamenti) potrebbe oggi avere l’effetto positivo di dissuadere l’organizzazione di feste private non autorizzate (e chiaramente non regolamentate), che così spesso sono balzate ai disonori delle cronache proprio mentre i locali da ballo erano chiusi.
Nella fattispecie, insieme all’ingresso con Green Pass e mascherina, il nuovo decreto determina che «la capienza nelle sale da ballo, discoteche e locali assimilati non può essere superiore al 50% della massima autorizzata nei locali al chiuso, all’interno dei quali dev’essere assicurata la presenza di impianti di aerazione, ma senza ricircolo dell’aria».

I TEMPLI DEL BALLO
«Tutte regole alle quali ci atterremo - fanno sapere dal Pineta, storico ed esclusivo locale di Milano Marittima, in ripartenza -. Per noi sono giornate piene di riunioni e riorganizzazione, proprio per programmare la nostra attività alla luce di tutte le regole. Per il pubblico la capienza massima saràò al 50%, con mascherina obbligatoria, Green Pass o tampone con esito negativo».
«Siamo in attesa di avere anche maggiori chiarimenti su tutto - commenta Mattia Montanari, implicato nella gestione sia del Matilda a Marina di Ravenna che dell’Hof Club a Porto Fuori -. Per l’autunno a Porto Fuori siamo ancora in stand-by proprio perché vogliamo studiare il migliore progetto possibile per un inverno che si annuncia certo meno nero del precedente, ma comunque con delle restrizioni e nuove regole da osservare. In estate il Matilda ha lavorato ma di fatto come lounge bar, quindi seguendo una logica diversa, non quella per la quale è nato il locale».
È su una line a molto simile Mattia Malpassi, che dirige lo storico Baccara a Lugo. «Il fatto di poter ripartire lo accogliamo di sicuro con entusiasmo - premette -, ma per i dettagli del come servirà un po’ di tempo. I locali sono chiusi da quasi due anni e riorganizzarsi è la nostra priorità. Quello che vorremmo è ripartire entro un mese. Il Baccara è un locale da ballo, ha una storia che fa parte del patrimonio del divertimento della Romagna e i proprietari, che ringraziamo per la loro comprensione e serenità in un periodo così lungo e difficile, questo lo sanno bene, giustamente tengono all’idea che al Baccara si venga per ballare. Ed è anche per questo, unitamente a valutazione di tipo logistico e di sostenibilità economica, che cercheremo di riaprire proprio come discoteca, e non con i dinner-show».
Opzione, quest’ultima, che oltre ad essere stata la sola percorribile per molti mesi è piaciuta particolarmente ad Alessandro Zangaglia del BBK a Punta Marina, che continuerà a proporla anche in inverno. «Di fatto il locale al chiuso riapre dopo uno stop cominciato nel febbraio 2020 – ricorda l’imprenditore ravennate -. Noi avevamo già deciso, anche prima del decreto, di portare avanti il lavoro sviluppato in estate attraverso la formula del dinner-show, quindi tutti a cena, su prenotazione, e dopo una cert’ora si alza il volume della musica, con il dj, ma non ci sarà la vera e propria pista da ballo. È per l’appunto una “cena-spettacolo” e siamo contenti di come sta andando. Nel complesso, rispetto a una discoteca, la gestione dell’attività è più semplice e lavoriamo su numeri inferiori di persone. Questo ci permette di migliorare la qualità di ogni aspetto, con meno stress e francamente più divertimento. Naturalmente quello che dico vale per me e non necessariamente per gli altri, tra l’altro una capienza al 50% se si punta sulla pista credo non lasci grande margine per la sostenibilità. In generale, la mia filosofia lavorativa è quella di ascoltare con attenzione la domanda della clientela e cercare poi di offrire il meglio in quella chiave. Al BBK i dinner-show funzionano molto bene anche perché il target è abbastanza adulto e si è creata subito una bella atmosfera. Il decreto, ad ogni modo, ci viene incontro perché con le vecchie normative avremmo dovuto limitare i tavoli a sei persone e quindi qualcosa cambia in positivo anche mantenendo la formula che abbiamo adottato nelle due estati scorse».
Non ripartirà invece nell’immediato ma comunque quanto prima il  Giradischi club, a Faenza, locale letteralmente chiuso dal primo lockdown, visto che non era sfruttabile per l’estate. «Ne abbiamo approfittato per un restyling - dice il titolare Manuel Calderoni – ma è chiare che stavamo aspettando questa notizia. Poter ripartire è una gioia vera, ma sappiamo che non sarà semplice. È una situazione complessa da gestire e stiamo studiando le formule giuste in cui farlo proprio in questi giorni. Diciamo che la stagione si presenta “in punta di piedi”, con nuove normative e limiti alla capienza, ma dovrà essere economicamente sostenibile e con il 50% non sarà facile. Per storia e tradizione nostra, ci piace impostare bene l’inverno, caratterizzando le serate in modo univoci, possibilmente senza cambi in corsa, proprio per abituare e fidelizzare diversi pubblici. La formula della disco-dinner la conosciamo e ne abbiamo sempre fatte. È possibile che sarà quella del sabato sera ma difficilmente quella del venerdì, dove a dominare è stata storicamente la pista. La domenica abbiamo già in passato creato un mood diverso, più da aperitivo lungo e con chiusura anticipata. Stiamo valutando ogni cosa». E la voglia? «Ce n’è tanta, mi fermano molte persone per chiedermi quando ripartiamo. Non ho ancora una risposta precisa ma che ripartiremo, e presto, è certo. Facevamo 70 serate in un inverno e vorremmo tornare a quei numeri, partendo gradualmente, con le prenotazioni, le mascherine, il Green Pass e tutto il necessario. Sono poi molto contento che quasi tutto il nostro vecchio organico si dato disponibile. Non era scontato dopo così tanto tempo. È un segno di passione, un bel segnale».
Quanto alle altre discoteche della provincia, sabato 16 all’Onyx Club di Godo di Russi è in programma il set del rapper Lazza e nella stessa sera ripartirà anche il Rock Planet a Pinarella, con una serie di dj-set di diversi generi. Anche a Le Indie di Cervia è annunciata la riapertura il 16 ottobre, ma proseguirà anche l’originale idea del mercatino del volontariato nel parcheggio, una volta al mese.

TRA DISCO E BALERA
«Inizialmente si era parlato del 35% della capienza e in quel caso non ci avremmo neanche pensato a riaprire - commenta Ezio Rizzoli, storico titolare sia del Piteco a Godo che della Vie En Rose a Imola -, ma con il 50% ci stiamo organizzando. All’inizio non si tratterebbe di guadagnare ma di rimettersi sul mercato, nella speranza che le capienze vadano allargandosi, dato che con il 50% il margine è a dir poco risicato, anche perché far rispettare le normative significa anche assumere più personale, per il vaglio del Green Pass e il controllo costante delle mascherine, non certo semplice in discoteca. Noi proponiamo da sempre anche serate di liscio e devo dire che, a giudicare dalle chiamate che ricevo, l’interesse per i vecchi balli di coppia e per il latino c’è ed è tanto. Premesso questo, è anche lecito aspettarsi maggiori remore sulla sicurezza da parte di un pubblico più maturo, ma credo che l’andazzo reale lo capiremo nel giro di qualche tempo. Chissà che la nuova stagione che si apre non possa portare anche a qualche benvenuta nuova abitudine, ad esempio sugli orari del ballo».
Dalla mitica Cà del Ballo (o Cà del Liscio) arrivano segnali incoraggianti. «In pochi giorni non è possibile riavviare un’attività come la nostra - spiega il titolare Michele Angeletti - e poi arriveranno specifiche ulteriori sulla normative legate al nostro settore, ma noi vogliamo assolutamente ripartire e possibilmente entro la fine del mese o a inizio novembre. Vorremmo ripristinare la nostra offerta classica, ovviamente con Green Pass, mascherine e capienze contingentate, ma vorremmo anche le orchestre».
Chi ripartirà subito in quarta sono invece Le Cupole di Castel Bolognese, dov’è è già previsto un intenso fine settimana di eventi. Venerdì 15 è previsto infatti l’arrivo dei Joe Di Brutto per un dinner-show su prenotazione, sabato 16 si parla di cena-spettacolo e ballo, peraltro su 5 piste (dal liscio con Patrizia Ceccarelli al latino di Tito Valdez e il dj-show di Nearco), mentre per la domenica si parla di liscio e boogie.
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