Ravenna, Zoo Safari, il direttore Paci: "C'è voglia di stare all'aria aperta, afflusso in linea con quello del 2019"
Federica Ferruzzi «I più curiosi sono gli struzzi, cinque o sei stazionano sempre all’ingresso del Parco per accogliere i visitatori, e lo stesso vale anche per le giraffe. Abbiamo riaperto alla fine di maggio e, se paragoniamo il periodo con lo stesso del 2019, la differenza non c’è, i numeri sono in linea». A parlare è il direttore dello Zoo Safari di Ravenna, Osvaldo Paci, che sottolinea, «c’è voglia di stare all’aria aperta e a contatto con gli animali. Sono loro i primi ad essere felici che il Parco sia tornato ad essere frequentato. Abbiamo all’attivo tre fine settimana positivi: per quanto ci riguarda è semplice mantenere la distanza di sicurezza, il nostro è un parco di oltre 120 mila metri quadri, lo spazio di certo non manca. Inoltre - spiega il direttore - abbiamo formato tutti gli operatori, ognuno controlla che i presidi anti-Covid vengano rispettati». Ma non ci sono, ovviamente, solo giraffe e struzzi. «Stiamo portando avanti un progetto per far riprodurre i coccodrilli del Nilo e, in proposito, ne è nato uno da poco, si tratta di un esemplare unico in Europa. Inoltre abbiamo realizzato due nuove aree, una per loro ed una invece per i pappagalli, in quanto ci sono stati consegnati esemplari sequestrati ed avevamo bisogno di ampliare gli spazi per ospitarli».
Se, infatti, una delle missioni del Parco è rivolta alla conservazione delle specie in via di estinzione, come dimostrano i progetti su coccodrilli, scimpanzé e tartarughe, un obiettivo non secondario è quello di ospitare animali in difficoltà, siano essi detenuti in realtà critiche o di proprietà di privati che, per motivi diversi, non riescono più a prendersene cura. «Anche per questo - conclude Paci - vantiamo una grande collaborazione con le associazioni animaliste presenti sul territorio».