Ravenna podismo, il consigliere Pd Rudy Gatta racconta la vigilia della prima Maratona di New York: "Serviranno gambe, cuore e testa"

Romagna | 31 Ottobre 2018 Sport
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E’ la corsa più suggestiva, più famosa e anche più ricercata del mondo. D’altronde, basta il nome per rimanere abbagliati dal fascino e dal prestigio di questo appuntamento: Maratona di New York. Rende? Decisamente. Domenica 4 novembre la Grande Mela torna ad infiammarsi per un appuntamento che è diventato un’istituzione dal 1970. La corsa più famosa del mondo si snoda attraverso i cinque grandi distretti della città di New York ed è la più partecipata del mondo, con i suoi 43.545 atleti arrivati al traguardo per l’edizione da record del 2009. Gli atleti che si iscrivono provengono da tutto il mondo e ogni anno c’è anche un discreto contingente romagnolo. Tra di loro, agguerritissimi al via, anche alcuni ravennati come …Umberto Turicchia, Giuseppe Gigliotti e Rudy Gatta. Quest’ultimo, consigliere comunale di Ravenna, ci racconta come si prepara una maratona e quali sono le sue emozioni a pochi giorni dal via.

Rudy Gatta
Visto che correrò alla maratona di New York, la più famosa corsa del mondo, mi sono detto: perché non tenere un «diario di un romagnolo» che attraversa di corsa il ponte di Verrazzano? Cominciamo col dire che non sono un atleta professionista e nemmeno uno che abbia mai praticato molto sport. Mentre scrivo mancano 5 giorni alla mitica gara e continuo ad avere una domanda che mi gira in testa: perché lo faccio? 
Risposta: perché volevo celebrare il mio 40esimo compleanno con un’avventura speciale e la maratona è un simbolo perfetto della vita. E’ un percorso lungo, ricco di ostacoli e si arriva al traguardo solo a patto di impegnarsi. Del resto questa corsa è dedicata a uno che ci ha lasciato le penne: il valoroso Filippide nel 490 a.C.  
Ma veniamo alle cose serie: come prepararla? Quando ho preso la decisione, a gennaio 2018, ero sovrappeso e corricchiavo appena la domenica. Come fare? Mi serviva un piano… Ho individuato le priorità: alimentazione, preparazione muscolare e allenamento su strada. Il piano c’era ma mancava la cosa più importante: chi poteva aiutarmi a realizzarlo. E lì sono apparsi i fantastici tre, quella che è diventata la mia squadra, professionisti ai quali mi sono affidato in questi mesi. La prima è stata Marta Baldini, nutrizionista e preparatore atletico che mi ha modificato l’alimentazione con una dieta specifica per la corsa: la cosa più delicata era perdere peso senza bruciare muscoli (ora peso molto meno e i muscoli sono aumentati, ma quanta fatica d’estate guardare gli amici in spiaggia bersi un aperitivo e io… solo acqua). La seconda è stata Francesca Mazzali, istruttore di cross training. L’impatto con questa disciplina è stato duro: Push up, Deadlift, Wall ball, Burpees, ma grazie al lavoro i risultati si sono visti. Ma che fatica ad agosto con la palestra chiusa allenarmi da solo in garage con mio babbo accanto che faceva la passata di pomodoro. Terza persona: il maestro Pierluigi Brandolini. Sì, maestro perché lui la corsa è uno che la conosce da quando è bambino e sa misurarti e capire quanta benzina hai ancora nel serbatoio. Ma soprattutto sa cosa non fare mai quando si corre. Con lui ho fatto i primi test ad agosto, poi sono iniziate le prime tabelle per allungare un po’, fino ad arrivare a percorsi lunghi da 30 km in notturna di queste ultime due settimane. Con una torcia frontale per illuminare il percorso e correndo per ore da soli… è una sensazione difficile da spiegare. Perché mi sono sottoposto a tutto questo? Perché la corsa va rispettata e preparata. La maratona è qualcosa di eccezionale, sapete come la descrivono i veri runner? Così: «I primi trenta chilometri si fanno con le gambe, poi dieci con la testa, due con il cuore e 185 metri con le lacrime agli occhi». Sto per partire e devo decidere cosa mi porterò dietro. A New York avrò la solita mascotte in valigia e i simboli sulla maglia, per me importanti: la bandiera italiana, il logo dei bradipi che sono gli amici con cui corro, il simbolo della fabioOnlus di Ravenna impegnata nella lotta contro la Sla e qualche scritta di incoraggiamento della mia famiglia, per sentirli vicini in questa avventura. 
È tempo di partire, tornerò in tempo per correre alla Maratona di Ravenna l’11 novembre e creare idealmente un ponte tra la mia città e New York. Ma vi racconterò come è andata in una parte seconda di questo diario, al mio ritorno. A proposito: domenica 4 novembre potete seguire la mia gara nel pomeriggio a partire dalle 16 su facebook, sull’evento che abbiamo creato, sulla mia pagina profilo e su twitter. Av salut!
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